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27. 04. 2024 15:00

Gioco d’azzardo in Lombardia cresce del 100%, la parola chiave è consapevolezza

Ad aprile il progetto itinerante di Avviso Pubblico arriverà a Milano. In città molti sono i luoghi dove si può cercare un aiuto per questa patologia, tra questi Spazio GIO di ASST Santi Paolo e Carlo

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È legale ma bisogna conoscere i veri rischi. Sembra un paradosso ma è questa è la realtà sul gioco d’azzardo che ogni anno aumenta in numeri e in “vittime” dirette e indirette. Fare informazione e aumentare la consapevolezza dei pericoli che ruotano intorno a questo mondo è fondamentale soprattutto per i giovani, sempre più coinvolti da quella che è una vera patologia.

Gioco d’azzardo: come affrontarlo

 

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IL PROGETTO

Montà (Avviso Pubblico): «Vediamo i disastri che il gioco provoca da un punto di vista economico, sociale e socio-sanitario»

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Mira alla conoscenza del gioco d’azzardo la seconda edizione del progetto itinerante La trappola dell’azzardo, promosso dall’associazione Avviso Pubblico (rete di enti locali che si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile) e BPER Banca, che arriverà a Milano ad aprile. «Vogliamo portare conoscenza e strumenti per gestire il fenomeno guardando agli studenti e creando una sinergia con gli amministratori locali, gli operatori socio-sanitari e i giornalisti – spiega Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico -. Ben un milione e mezzo di persone sono affette dai disturbi del gioco d’azzardo».

Si parla poco di gioco d’azzardo, nonostante i numeri di questo fenomeno.
«Sì perché le persone fanno fatica a rivolgersi ai servizi, ma vediamo i disastri che il gioco provoca da un punto di vista economico, sociale e socio-sanitario».

Lo sguardo va soprattutto ai giovani?
«C’è una crescita del gioco online che preoccupa, soprattutto nei ragazzi che hanno sempre più l’idea che così si può diventare ricchi, questo progetto vuole farli riflettere sulle loro prospettive».

Progetto che arriverà a Milano, una città particolarmente toccata da questo tema.
«La Lombardia è la prima regione per volumi e gioco fisico e con trend di crescita di oltre il 100%, c’è bisogno qui di aprire una riflessione importante e lo faremo ad aprile».

Non è facile avere dati ufficiali aggiornati sul gioco d’azzardo. Come mai?
«Uno degli elementi inseriti nella memoria che abbiamo inviato alle Commissioni di Camera e Senato verte proprio sul fatto che sia stata disabilitata per i Comuni la possibilità di poter leggere i numeri del gioco sul territorio, che è fortemente limitativo. Poi bisogna riflettere sul ruolo marginale che si riconosce agli enti locali e alle regioni che hanno una funzione sanitaria e sociale precisa su questo tema».

 

 

 

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LO SPORTELLO

Maria Cristina Perilli, responsabile dello Spazio GIO di ASST Santi Paolo e Carlo: «Questa patologia è trasversale. Da noi arrivano ragazzi che non hanno la percezione di sbagliare»

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Con i numeri preoccupanti della Lombardia sul gioco d’azzardo è importante semplificare le metodologie di primo aiuto, con questo scopo nasce ad aprile del 2023 lo sportello SPAZIO GIO Ospedale San Carlo, ASST Santi Paolo e Carlo di cui è responsabile la dottoressa Maria Cristina Perilli: «C’è un’evoluzione preoccupante del gioco d’azzardo, dalle prime proiezioni sembra che nel 2023 si spenderanno più di 150 milioni di euro».

Quali sono le maggiori motivazioni che spingono al gioco d’azzardo?
«Sono molte, i problemi economici, l’adrenalina, la solitudine o vincere la noia, l’ansia e lo stress. Questa patologia comunque è trasversale non coglie solo la popolazione a basso reddito ma tutti».

La società non aiuta?
«Non aiuta il messaggio che è passato per molto tempo, che in questo modo si risolvono i problemi, non aiuta il fatto che le città sono piene di punti dove si può giocare. Si dovrebbe diminuire e non incentivare il gioco d’azzardo, non c’è protezione».

Quali sono gli interessi in ballo?
«La cosa assurda è che i monopoli hanno una parte degli incassi ma la tassazione su molti giochi, soprattutto online, è molto bassa che in realtà allo Stato non va neanche 1% del giocato. Quello che invece si spende per la cura di tutti i problemi creati dal gioco patologico, mentali, fisici, familiari, legali è notevolmente più alta».

Quali le fasce d’età più colpite?
«Il 62% degli italiani ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita, ma la fascia più interessata è quella dai 18 ai 34 anni».

Come far capire il pericolo alle giovani generazioni?
«I dati del 2022 dicono che 67mila ragazzi avevano un rapporto problematico con il gioco. Bisogna fare interventi con leggi governative, limitare l’offerta e controllare l’età».

Qual è la vostra esperienza come sportello SPAZIO GIO?
«Ci occupiamo di fare una prima accoglienza alle persone dando consigli mirati per indirizzarli verso il servizio di cura più adeguato. Per adesso uno dei dati importanti che abbiamo è che il 20% della nostra utenza è femminile, una percentuale alta, di solito le donne non chiedono aiuto facilmente».

Quali consigli si possono dare alle famiglie coinvolte?
«Avere una supervisione maggiore del gioco, una vita soddisfacente e una famiglia attenta sono fattori che possono aiutare i ragazzi a star fuori da questo pericolo. Nel nostro sportello arrivano ragazzi che spesso non hanno la percezione che si sta facendo qualcosa di sbagliato perché il gioco d’azzardo è purtroppo legale».

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