Ozono alle stelle per il caldo, qualche indicazione per non rischiare

Ozono
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L’ondata di caldo favorisce l’innalzamento dei valori dell’ozono, che a Milano hanno superato da giorni la soglia d’informazione (massima media oraria di 180 microgrammi/metrocubo, con ulteriore allarme oltre i 240 microgrammi/metrocubo). In città, insomma, non c’è da stare tranquilli. E va ancora peggio in Brianza, dove, ad esempio, nei giorni scorsi la stazione Arpa di Meda ha registrato un valore di 370 µg/m3.

L’ozono troposferico costituisce una componente importante dello smog. Essendo un forte ossidante, è in grado di attaccare i tessuti dell’apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e cessano una volta che gli individui non sono più esposti ad elevati livelli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni derivati da ripetute esposizioni di breve durata, come l’accelerazione del naturale processo di invecchiamento della funzione polmonare.

Le categorie maggiormente sensibili all’ozono sono i bambini, che trascorrono gran parte del periodo estivo all’aperto. Occhio anche agli adulti che svolgono attività fisica all’aperto: l’esercizio può aumentare la frequenza respiratoria e quindi l’introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni fino a dieci volte rispetto la situazione di riposo. A rischio anche le persone con malattie respiratorie (asma, broncopneumopatie croniche), gli anziani e i soggetti con malattie cardiache.

Per minimizzare gli effetti dell’ozono sulla salute, Arpa consiglia di evitare il più possibile le attività all’aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, generalmente dalle 12.00 alle 16.00. Utile anche una dieta ricca di sostanze antiossidanti a base di frutta o verdura di stagione.

La soglia d’informazione

180 microgrammi/metrocubo
Sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili

La soglia d’allarme
240 microgrammi/metrocubo
Rappresenta il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso


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