12.9 C
Milano
27. 04. 2024 14:33

Rinviate le decisioni sui nuovi LEA: nuovo ostacolo per l’accesso alle cure di base dei cittadini

Questo slittamento riguarda interventi cruciali come i test genetici per la tipizzazione dei tumori, esami per il controllo della gravidanza, screening neonatali e altri servizi essenziali

Più letti

Nell’ultimo sviluppo che interessa il sistema sanitario nazionale, un rinvio burocratico e aritmetico sta posticipando l’implementazione dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), con ripercussioni dirette sull’accesso dei cittadini alle cure mediche di base. Nonostante le giunte regionali avessero pianificato l’avvio dei nuovi LEA questa primavera, l’adeguamento necessario dei codici delle prestazioni in tariffario ha mostrato la complessità di un processo informatico che non ammette fretta.

Rinviati i nuovi LEA: e molti cittadini rimangono senza la possibilità di poter accedere alle cure mediche

La proroga non è solo un dettaglio tecnico ma tocca direttamente la vita dei pazienti: rimanda la possibilità di avere impegnative leggibili universalmente dai sistemi informativi sanitari e posticipa l’applicazione della ricetta unica, il cui termine di validità è previsto per 180 giorni. Questo rinvio, attualmente sotto il vaglio per la ratifica tra ministero e regioni, è previsto essere finalizzato entro la Settimana Santa, non senza creare un clima di incertezza sul futuro dell’assistenza sanitaria.

Quali sono le cure a rischio

Il rinvio dell’aggiornamento del tariffario relativo agli esami e alle protesi, che avrebbe dovuto procedere di pari passo con l’attuazione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ma che risale ancora al 1996, prolunga ulteriormente i tempi affinché il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) possa fornire rimborsi per le innovative prestazioni sanitarie in tutta Italia. Questo slittamento riguarda interventi cruciali come i nuovi test genetici per la tipizzazione dei tumori, gli esami per il controllo della gravidanza, gli screening neonatali allargati, i servizi legati alla procreazione assistita, nonché l’acquisizione di nuovi ausili e protesi per i disabili e le esenzioni per malattie quali endometriosi e celiachia.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

nuovi ospedali di comunità a milano

La questione delle risorse economiche

Le risorse attualmente disponibili si rivelano insufficienti per sostenere contemporaneamente le prestazioni aggiunte al sistema sette anni fa e quelle tariffe che vengono rimborsate da oltre due decenni a ospedali e strutture di analisi e radiologia. Il finanziamento di 379,2 milioni di euro, stanziato con il decreto LEA del 2017, cui si aggiungono 21,9 milioni destinati alle protesi per disabili, avrebbe dovuto essere bilanciato non solo dall’eliminazione dal nomenclatore di esami ormai obsoleti ma anche dalla riduzione dei costi per le altre prestazioni.

Effettivamente, il nuovo tariffario previsto per il 2023 impone una drastica riduzione dei rimborsi, che varia dal 30% all’80% per le principali prestazioni, compromettendo non solo la possibilità di profitto per le strutture sanitarie ma anche la loro capacità di coprire i costi, arrivando a minacciare persino la sostenibilità di esami essenziali per la salvaguardia della vita, come le colonscopie e i pap test.

Quale futuro per l’assistenza sanitaria pubblica?

L’attenzione si focalizza in modo critico su come questo slittamento ritardi decisioni cruciali per le cure mediche fondamentali, un aspetto che tocca ogni cittadino. Mentre alcuni comunicati tentano di mettere in luce il lato positivo di questa pausa di riflessione, non tutti vedono con favore il protrarsi dell’attesa. Ad esempio, l’Unione ambulatori e poliambulatori UAP esprime un cauto sollievo, ringraziando il governatore del Lazio per il suo impegno, ma la sostanza rimane: c’è preoccupazione per l’impatto su tutta la sanità italiana, soprattutto nelle regioni meridionali.

Non meno critica è la posizione espressa dal Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che denuncia come l’attuale valutazione delle prestazioni sanitarie minacci di svalutare il lavoro dei professionisti, con possibili conseguenze negative che si estendono ben oltre il settore sanitario.

Come sta la sanità in Regione Lombardia

Regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana avevano anticipatamente adeguato le tariffe per sostenere i costi, differenziandosi così da altre aree meno preparate a fronteggiare ribassi tariffari. Il timore è che, con l’eventuale conferma del nuovo nomenclatore, le regioni meno avvantaggiate siano lasciate a confrontarsi con difficoltà economiche maggiori, mettendo a rischio l’equilibrio finanziario dei servizi sanitari e la qualità dell’assistenza offerta ai cittadini.

In questo scenario di attesa e incertezza, emerge chiaro il messaggio: il rinvio dei nuovi LEA non è solo una questione di codici e sistemi informatici, ma un nodo critico che interroga la capacità del sistema sanitario di garantire cure essenziali e dignitose a tutti i cittadini, senza ulteriori indugi. I nuovi LEA, che – annunciati nel 2017- dovevano partire dopo Pasqua, sono rinviati al 1° gennaio 2025. L’annuncio è stato dato dal ministero della Salute alle Regioni e lo ha diramato subito dopo la Regione Lombardia in una nota.

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...