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28. 04. 2024 07:36

I mille volti della sclerosi multipla, Furlan: «Premiamo sulla conoscenza»

Il neurologo del San Raffaele a Mi-Tomorrow: «Milano è tra gli hub principali per la ricerca contro questa malattia»

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Ogni tre ore viene diagnosticato un caso di sclerosi multipla, 2,8 milioni di persone nel mondo convivono con questa malattia, 140mila casi solo in Italia. Questa patologia colpisce il sistema nervoso centrale, non si conoscono le cause e non presenta sempre gli stessi sintomi: «La SM può colpire qualunque punto del cervello e del midollo spinale, può dare qualunque tipo di sintomo neurologico e questo è un problema per la diagnosi perché molti sintomi invisibili possono essere trascurati» spiega a MI-Tomorrow Roberto Furlan, Neurologo e ricercatore dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Furlan, neurologo del San Raffaele: «All’80% delle forme di sclerosi multipla adesso possiamo assicurare cure molto efficaci»

Quali sono i sintomi più comuni e chi colpisce?
«Spesso colpisce la vista, le sensibilità, si hanno sensazioni strane agli arti, formicolii e dolori e può portare a deficit motori. Ci sono forme pediatriche e tardive, ma di solito si sviluppa tra i 20 e i 40 anni con una prevalenza di casi fra le donne».

Come è cambiata la diagnosi di questa malattia?
«Venticinque anni fa il ritardo alla diagnosi medio era di quasi 18 mesi, oggi siamo a 3-4 mesi, viene riconosciuta prima anche dai medici di famiglia. Per questo dobbiamo premere sulla conoscenza in modo che le persone si rivolgano al proprio medico».

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A che punto è la ricerca?
«Ha fatto passi da gigante. Per l’80% delle forme di sclerosi multipla adesso possiamo assicurare cure molto efficaci che hanno completamente cambiato l’impatto sulla qualità di vita quotidiana. Vorremmo farmaci in grado di eliminarla e non ci sono, abbiamo bisogno della ricerca per trovare soluzioni».

Com’è la situazione a Milano dal punto di vista della ricerca?
«Milano per la ricerca è uno dei poli più importanti, come per il resto della ricerca biomedica, questa città è uno degli hub principali. Anche per l’assistenza la situazione è buona, abbiamo almeno 4-5 centri per la sclerosi multipla di altissimo livello, c’è bisogno però di un’assistenza iper-specialistica».

Quali terapie ci sono oggi?
«Abbiamo più di 20 molecole efficaci per la fase iniziale, terapie ad altissima efficacia che hanno cambiato la qualità di vita delle persone. Vent’anni fa dare questa diagnosi era un dramma, oggi se riusciamo a diagnosticare la SM in una fase molto precoce, possiamo promettere almeno 20-25 anni di controllo della malattia».

Quali sono oggi i traguardi da inseguire in questo senso?
«Il nostro traguardo terapeutico si chiama NEDA, che significa “No Evidence of Disease Activity”, nessuna evidenza di attività della malattia. Riusciamo a tenere NEDA nel 75-80% delle persone, questo è un risultato straordinario».

Sono dati che riguardano l’Italia?
«Sì e per il mondo occidentale. La malattia oggi si sta diffondendo anche in Nord Africa o al Medio Oriente e lì c’è più difficoltà ad assicurare terapie efficaci. In Italia la situazione è migliore di tanti Paesi occidentali, c’è una comunità SM straordinariamente coesa a livello associativo e medico».

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