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24. 04. 2024 01:43

Vaiolo delle scimmie, Milano prima per casi in Italia: ipotesi quarantena e vaccino

Circolare del ministero della Salute con aggiornamenti sulla segnalazione e la gestione dei casi

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Il vaiolo delle scimmie avanza silenziosamente anche in Italia e Milano si ritrova a essere la città con il maggior numeri di casi registrati, circa 200. Numeri che non mettono in allarme ma richiamano all’attenzione. Non a caso l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato il vaiolo delle scimmie «emergenza sanitaria globale», quando al momento si contano oltre 16mila casi in 75 Paesi.

Vaiolo delle scimmie, la circolare del ministero

Di fronte a numeri crescenti il ministero della Salute corre ai ripari con una nuova circolare, firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria Giovanni Rezza, pubblicata ieri sera con aggiornamenti sulla definizione di caso, sulla segnalazione, il tracciamento dei contatti e la gestione dei casi. I punti principali sono la quarantena, in situazioni particolari, per i contatti stretti di persone con vaiolo delle scimmie, vaccinazione non di massa ma mirata secondo le indicazioni Oms (ma sono in arrivo indicazioni specifiche sulla strategia che adotterà l’Italia), uso di antivirali ad hoc e altri trattamenti in protocolli sperimentali.

Quarantena per i contatti stretti

Alla voce contatti stretti viene evidenziata l’importanza di identificarli tempestivamente e informarli del rischio di sviluppare l’infezione, dei sintomi di Monkeypox (Mpx) e del momento in cui possono comparire. «In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie», viene specificato. E quello che viene raccomandato a chi è stato esposto al virus è «l’auto-monitoraggio della febbre (almeno due volte al giorno) o di altra sintomatologia riconducibile a Mpx (mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia) o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione».

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Le regole 

In ogni caso i contatti stretti dovranno astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l’ultima esposizione o finché non si esclude l’infezione; praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l’ultima esposizione; evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l’ultima esposizione; evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza.

Terapie farmacologiche

L’adozione di contromisure di tipo medico farmacologico, inclusi specifici antivirali (Tecovirimat autorizzato dall’agenzia europea del farmaco Ema) «può essere presa in considerazione nell’ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse», è l’indicazione della circolare.

Il vaccino

Sul fronte profilassi invece si spiega che «apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia contro il vaiolo delle scimmie saranno fornite» con una pubblicazione in arrivo. Intanto vengono ricordate le raccomandazioni ad interim dell’Organizzazione mondiale della sanità sul loro utilizzo in questo contesto epidemico. E cioè che la vaccinazione di massa al momento non è richiesta né raccomandata.

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