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28. 04. 2024 01:03

Vitiligine, quanto è importante conoscerla? «Non è solo un problema estetico»

A Milano uno studio e una campagna outdoor per raccontare questa malattia. Il professore Marzano del Policlinico: «Buone notizie da terapie e ricerca, ma attenzione all’esposizione al sole, che a lungo può anche provocare tumori cutanei»

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In Italia sono circa 330mila persone affette da vitiligine. A spiegare questa patologia viene in aiuto una ricerca sulla sua diffusione in Italia realizzata dalla società di consulenza strategica Kearney. Fino al 2 luglio inoltre a Milano è attiva una campagna outdoor con l’obiettivo di generare maggiore consapevolezza intorno a questa patologia. Lo studio evidenzia che circa 1 persona su 6 affetta da vitiligine presenta anche una o più malattie autoimmuni significative.

Il professore Marzano del Policlinico: «Le ripercussioni psicologiche della vitiligine sono pesanti, in ospedale disponibili numerose opzioni di trattamento»

«La vitiligine è una condizione che comporta la presenza di macchie chiare sulla pelle dovute all’assenza delle cellule che producono la melanina, i melanociti», afferma a Mi-Tomorrow Angelo Valerio Marzano, professore Ordinario di Dermatologia dell’Università degli Studi di Milano e direttore della Struttura Complessa di Dermatologia della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Quali sono i sintomi e che parti del corpo colpisce?
«Di solito la malattia colpisce la pelle e gli annessi piliferi (cioè i peli o i capelli); tuttavia le lesioni sono in genere asintomatiche».

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Quali sono i trattamenti a disposizione a Milano?
«Presso il Policlinico di Milano sono disponibili numerose opzioni di trattamento tra cui farmaci locali e la fototerapia, che rappresenta al momento il trattamento d’elezione. Essa prevede l’esposizione della cute interessata dalla vitiligine a raggi ultravioletti controllati. La percentuale di successo è buona, ma comunque inferiore al 50%».

Ne esistono altri?
«Sì, il trattamento topico che prevede l’uso corticosteroidi e inibitori topici della calcineurina. Questi ultimi hanno il vantaggio di non favorire un assottigliamento della pelle, cosa che invece può accadere se si utilizza il cortisone. Poi ci sono i cosiddetti JAK-inibitori. Per la vitiligine è stata messa a punto, infatti, una formulazione in crema a base di Ruxolitinib che sembrerebbe molto efficace e potrebbe rappresentare una rivoluzione futura per il trattamento di questa patologia».

La ricerca in questo campo a che punto è?
«Fortunatamente, dopo anni di sostanziale stallo, la ricerca farmaceutica sta conoscendo una grande fase espansiva nel campo della patologia dermatologica e la vitiligine ne è un ottimo esempio. Sono infatti allo studio altre nuove molecole».

Quali sono i suoi impatti fisici, psicologici e sociali?
«Non è problema solo estetico, le ripercussioni psicologiche sono particolarmente pesanti, soprattutto quando è molto estesa o interessa aree visibili, come il viso o le mani. Le aree affette da vitiligine sono più sensibili ai raggi solari, motivo per cui occorre usare qualche accortezza quando ci si espone al sole. Suggeriamo sempre schermi solari ad alta protezione o con filtri selettivi e l’assunzione di integratori antiossidanti».

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