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11. 05. 2024 11:08

Gli otto anni di Bradburne: «Lascio la Pinacoteca di Brera più innovativa di sempre»

A cento giorni dalla fine del mandato, il direttore stila il bilancio del suo lavoro

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«Lasciare la casa in ordine». Questo è uno degli obiettivi del direttore James M. Bradburne, a cento giorni dalla fine del suo mandato alla Pinacoteca di Brera, i cui orizzonti hanno conosciuto nuovi stimoli in otto anni di lavoro del museologo britannico.

Il bilancio di James M. Bradburne alla Pinacoteca di Brera: «Il mio ruolo è stato quello di allinearla a una città già in forte fermento culturale come Milano»

Pinacoteca di Brera

Perché il suo mandato è stato definito rivoluzionario?
«Si è visto un riallestimento completo della struttura, in 38 sale, con 150 restauri. Ho viaggiato seguendo le orme di direttori come Ettore Modigliani e Fernanda Wittgens, la loro ricchezza è stata trasmettere l’idea di un museo inclusivo e attaccato alle proprie radici culturali. Ciò che ho fatto io è stato metterlo in pratica, con le tecnologie a disposizione oggi».

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BreraPlus ne è conferma.
«Ѐ stato uno dei tasselli più importanti di questa rivoluzione, ideato durante il Covid. Avere una piattaforma digitale che permette di usufruire di tutta la bellezza racchiusa nella Pinacoteca, anche nei depositi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, rispetta la missione di sostenibilità che mi ero prefissato, riuscita anche con altri progetti».

Un esempio?
«Negli anni abbiamo collaborato con l’ospedale Buzzi e con Vidas, per creare percorsi adatti a visitatori con Alzheimer, Parkinson e ospiti delle case di riposo».

Chi visita Brera, oggi, ne diventa anche abbonato. Ci spieghi meglio.
«Abbiamo trasformato il biglietto di ingresso in tessera, la BreraCard, con la quale i visitatori possono diventare abbonati, soci, “stakeholders” e avranno la possibilità di partecipare, grazie alla dimensione digitale, all’ascolto del consiglio di amministrazione del Museo che, così, da sostantivo diventa verbo e dialogo».

A oggi, quanti soci contate?
«Circa 90mila. E chi vorrà potrà interagire con noi, scrivendo in chat, offrendo i propri spunti per migliorare i servizi. Così la visione di un semplice visitatore diventa quella di un vero socio».

Il costo?
«La BreraCard costa 15 euro (intero) e 10 euro (ridotto) e permette l’accesso illimitato alle sale del museo per tre mesi successivi alla prima visita, e per un anno all’esperienza BreraPlus. Fino al 15 settembre il costo sarà aumentato di 1 euro, destinato come aiuto diretto agli alluvionati in Emilia-Romagna».

Come è tornata Brera nel cuore di Milano?
«Non è mai andata via, in realtà: il mio ruolo è stato quello di allineare Brera a una città già in forte fermento culturale come Milano. Qui mi hanno accolto sin da subito, da straniero ho provato solo affetto per questa città».

E Palazzo Citterio?
«L’11 maggio hanno avuto inizio i lavori della futura sede delle collezioni di arte moderna italiana di Brera. Ho fortemente voluto e sostenuto questo progetto, che vedrà luce entro l’autunno del 2024».

Cosa spera di lasciare in eredità a chi la succederà?
«L’idea che Brera non sia solo un luogo, ma una visione, una serie di valori. La mia missione è sempre stata quella di allontanarsi dal turismo di massa, che città come Firenze e Roma, ad esempio, non intendono abolire: il mio è un turismo consapevole e sostenibile, che punta alla qualità dell’esperienza e non alla quantità».

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