Saremo Sanremo: Isoulnature, la chitarra e le emozioni in spalla

Al di là delle telecamere, c’è tutto un mondo fuori dall’Ariston: è il carrozzone del Festival.

 

L’evento funziona da calamita per artisti di ogni genere che arrivano in Riviera per animare ogni piccolo anfratto con il sacro fuoco della musica. Tra questi Andrea Tonelli, in arte Isoulnature. «L’io, l’anima e la natura sono i tre elementi che si fondono in ogni mia composizione», racconta. Una riflessione sull’essere e sull’esistere che trapela dei suoi testi che celano un vissuto profondo.

Juanita.

Emiliano doc di Canossa vicino Reggio Emilia, Andrea ha vissuto quel classico pathos che accomuna un po’ tutte le province italiane: poco da fare e tanta voglia di evadere. La via di fuga da un mondo troppo stretto è proprio la musica, trampolino per saltare via dalla sua timidezza e dalle sue insicurezze.

Ripercorrendo le orme delle grandi band sceglie come meta per la sua nuova vita l’Inghilterra, per la precisione Birmingham. Sbarcando il lunario come cameriere, inizia a comporre i suoi primi brani con la fidata chitarra. Si dice che a volte sono gli incontri casuali a salvarci la vita. Quello di Isoulnature ha un nome ed un volto: Juanita, la sua compagna giamaicana che lo spinge a credere con tutto se stesso nelle sue capacità musicali.

Volare.

«In Inghilterra il cielo è unico: le nuvole corrono veloci e tutta la vita ti passa davanti», dice. Così nasce il suo primo inciso, Volare, una sorta di congiunzione con l’eterno brano di Modugno vincitore a Sanremo nel 1958. E anche la città dei fiori era scritta nel suo destino. Dopo aver affrontato per un paio di volte le selezioni di Sanremo Giovani, Andrea quest’anno è tornato qui per offrire semplicemente le sue note in quella che definisce la città della musica per eccellenza: «Sanremo è come Lourdes per i cristiani: non puoi non esserci».