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08. 05. 2024 02:17

Crocevia del futuro: il derby di Handanovic, il derby di Barella

Singolare che sia Inter che Milan arrivino con capitani pronti ad abdicare, per ragioni distinte, ma con un destino che sembra portare la fascia su altre braccia

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L’ultimo cambio di proprietario per la fascia adagiata su braccia nerazzurre è stato traumatico, improvviso. Uno dei primi segni tangibili dell’era Marotta da amministratore delegato. Da Mauro Icardi a Samir Handanovic, nel bel mezzo della stagione 2018/19. Il preludio all’addio estivo di Maurito all’Inter, conseguenza dei saliscendi nei rapporti tra i dirigenti e la moglie-agente Wanda.

Un taglio netto al passato. Dall’uomo immagine dell’era moderna, il fusto tutto social legato alla vamp sudamericana, a un leader silenzioso, l’uomo di ghiaccio, della cui vita privata esistono informazioni con il contagocce.

Handanovic, ancora lì

Tutto ciò accadeva in febbraio, tre anni fa. Un’Inter capace di aggrapparsi alla zona Champions sono all’ultima giornata (per due stagioni di fila) si è trasformata in campionessa d’Italia, vincitrice della Supercoppa, prima in classifica a metà percorso con ambizioni da seconda stella. Handanovic è ancora lì, è il capitano e nessuno ha dubbi su chi meriti i gradi.

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Persino i detrattori più accesi disquisiscono di uscite alte o tuffi mancati, aspetti a cui contribuiscono le primavere, non sulla bontà del profilo umano, quello che conta ancor di più se si è caposquadra. Quando il club ha fatto la sua scelta sapeva che sarebbe stato un interregno dal breve-medio termine. Non poteva durare troppo, carta d’identità alla mano. Va bene che i tre pali allungano la vita calcistica, ma sempre di un trentasettenne si parla.

Da tempo è scattata la ricerca di un successore degno di questo nome, tecnicamente è stato trovato in André Onana. Un’occasione a zero, per certi versi una scommessa (viene da una lunga squalifica per doping e ha giocato da pro soltanto nell’Ajax), ragion per cui allo sloveno verrà proposto un rinnovo del contratto in scadenza a giugno. Sarà il paracadute nel caso in cui il futuro compagno di squadra dovesse inciampare.

Handanovic, il favorito per la successione

C’è più certezza sul destino della fascia, che verrà ceduta a chi ha maggiori chance di giocare titolare. Le mozioni sono due, una è favorita sull’altra. Per numero di stagioni dovrebbe toccare a Milan Skriniar. Ha iniziato il suo percorso interista con Spalletti, dimostrando doti di leadership non comuni e una volontà di giocare nell’Inter che ha superato proposte importanti (Barcellona e Tottenham) oltre a momenti di difficoltà coincisi con il passaggio alla difesa a tre.

Il concorrente, favorito, è Nicolò Barella. Per lui, per un futuro da capitano, ha speso parole Beppe Marotta, il cui parere sarà determinante. Il rosso rimediato a Madrid in autunno è stato un episodio di quelli che bisognerà cancellare una volta che il passaggio di testimone sarà completato. Va anche detto che si tratta di un inciampo finora isolato e che rispetto ai primi passi da interista il ragazzo ha ridotto enormemente il numero di cartellini rimediati, crescendo sotto ogni aspetto.

A prescindere da come andrà, la certezza di chi sta costruendo la squadra è che di meritevoli dei gradi ce ne sono diversi. Il gruppo vincente è quello dove le voci che contano sono tante, sagge, legate all’ambiente. Ranocchia, che capitano lo è stato in passato per un anno quando Zanetti ha lasciato, è una presenza che nello spogliatoio conta.

D’Ambrosio, il primo a rincuorare Dumfries dopo l’ormai celebre errore contro la Juventus in campionato, è in tutto e per tutto un senatore. Lo è allo stesso modo Brozovic, lo diventerà probabilmente Bastoni. Anche se, nel calcio che ammaina bandiere di continuo, il domani è sempre più senza certezza.

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