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29. 04. 2024 04:41

Milano Cortina 2026, deserta l’asta per la pista di bob: «Olimpiadi sul baratro»

Via alla procedura senza bando di gara. Una cosa che mina, però, trasparenza e credibilità del progetto olimpico

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La situazione critica riguardante l’asta per la pista di bob a Cortina rappresenta un chiaro segnale del baratro in cui le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 stanno precipitando. Senza nessuna offerta per i lavori, gli organizzatori si vedono costretti a intraprendere una procedura negoziata, senza la dovuta trasparenza e mettendo in dubbio la credibilità di questi Giochi, come denuncia Luigi Casanova. 

Milano Cortina 2026, la tragica situazione della pista da bob

Siamo di fronte ad una gara contro il tempo sempre più stretto. A soli 27 mesi dall’evento olimpico invernale, non si è ancora riusciti ad assegnare l’appalto per la costruzione della pista di bob a Cortina, una pista situata all’interno di un parco giochi incastonato in un suggestivo bosco di larici secolari. Questi alberi, alcuni dei quali hanno più di duecento anni, verrebbero abbattuti. 

Una spesa di 124 milioni di euro che nessuno vuole accollarsi

Nel dossier di candidatura presentato nel gennaio 2019, il costo previsto per la pista di bob era di 47 milioni di euro. In pochi mesi, questa cifra è salita prima a 61 milioni, poi a 85 milioni e attualmente il progetto definitivo prevede una spesa di 124 milioni di euro. Una somma spaventosa per coprire un’attività sportiva con una partecipazione limitata. In Italia, infatti, gli atleti che si dedicano a skeleton e bob si contano sulle dita di una mano. Ma sorgono dei dubbi evidenti: la pista potrebbe costare anche fino a 150 milioni di euro. 

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La denuncia di Luigi Casanova

La Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa (Simico), responsabile di tutto il processo che va dalla progettazione all’appalto, fino alla gestione e ai collaudi, ha annunciato l’avvio di una procedura negoziata con alcune ditte, senza pubblicare un bando di gara: «Questo percorso, caratterizzato da una mancanza di trasparenza, solleva diverse preoccupazioni. – le parole di Luigi Casanova, ambientalista di lunga data – La procedura negoziata si svolge tra i rappresentanti pubblici e gli affidatari dei lavori, senza un adeguato controllo da parte dei cittadini. Ciò che accadrà è incerto, ma è evidente che l’imprevisto alimenta la mancanza di credibilità di tutto il progetto legato alle Olimpiadi invernali del 2026».

Il percorso di avvicinamento alla pista da bob di Cortina e le soluzioni Innsbruck e Saint Moritz 

Nel novembre 2022, i comitati e le associazioni ambientaliste avevano invitato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a prendere una decisione coraggiosa: abbandonare il sogno di Cortina e trattare con Innsbruck. La città tirolese, infatti, era e rimane disponibile ad ospitare le gare, grazie ad un accordo tra la Fondazione Milano Cortina 2026, il Comitato Olimpico Internazionale e la stessa Regione Veneto. Tuttavia, Zaia ha rifiutato questa possibilità. Ora la Simico si prepara ad affrontare una complessa procedura negoziale. In alternativa, si apre la possibilità di spostare le gare a Saint Moritz, soluzione già stata suggerita mesi fa dal presidente del CIO, Thomas Bach, che non vedeva problemi nel svolgere alcune gare al di fuori dell’Italia. 

Milano Cortina 2026, costi ormai superiori ai cinque miliardi di euro

Indipendentemente da quale decisione verrà presa (sembrerebbe che Innsbruck sia l’opzione più plausibile, essendo una città culturalmente vicina a Cortina, anche se nessuno della Fondazione si è ancora recato in Tirolo per trattare seriamente), quanto accaduto «… mette in evidenza l’improvvisazione nella gestione di tutta la macchina che porterà alle Olimpiadi invernali del 2026. – conclude Luigi Casanova – I costi stimati superano già i cinque miliardi di euro, mentre inizialmente si era parlato di 1,3 miliardi senza spese per lo Stato. È evidente che si rende necessaria una comunicazione corretta, trasparente e un confronto approfondito. Tuttavia, il CONI, le Regioni coinvolte e i Comuni hanno evitato saggiamente di affrontare questi passaggi. Sia in Valtellina che a Milano, in Alto Adige, nel Trentino e nel Veneto, così come a Cortina, è presente un bisogno urgente di affrontare questi temi in modo responsabile».

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