Milano-Cortina, prima la governance

La lunga rincorsa è partita: Milano-Cortina è sede olimpica, ora c’è da pedalare. O da pattinare, per dirla in termini più invernali, sperando che siano in primis i fatti a smentire la minoritaria fazione degli anti-Giochi mai del tutto sopita nel Paese del crollo di Roma 2024. Il primo passo c’è già stato: giovedì 11 luglio il Cio (rappresentato dallo svizzero Pierre Ducrey, dal canadese Tim Gayda e dallo scozzese Gavin McAlpine) ha incontrato il comitato organizzatore in via di scioglimento per porre le basi iniziali.

Innanzitutto un calendario, che per il 2019 prevede la nomina della governance e una legge olimpica entro la fine dell’anno solare. Per la seconda è necessario attendere che si muova il governo nazionale, nella speranza che la politica non faccia da zavorra (soprattutto qualora gli alti e bassi dell’attuale maggioranza dovessero sfociare in una crisi vera e propria). Per la prima ci si era inizialmente dati dei tempi molto stretti, addirittura fine luglio, ma non è ancora tempo per arrivare a dama.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha fatto sapere di aver promesso a Thomas Bach (numero uno del Cio) che consegnerà la lista dei componenti a novembre. L’annuncio avverrà però non prima del 10-11 dicembre, quando è in programma una due giorni a Milano in cui i delegati del Comitato Olimpico Internazionale saranno nuovamente in città. Prima, il 12 settembre, dovrebbe invece esserci un nuovo tavolo tecnico ma sarà probabilmente a Venezia.

Sotto l’aspetto dell’impiantistica i riflettori verso Milano-Cortina sono puntati in particolar modo sullo stadio Meazza. Le decisioni che verranno prese riguardo al futuro del nuovo stadio in zona San Siro (per il quale è stato di recente consegnato il progetto al Comune di Milano da parte di Inter e Milan) avranno un probabile effetto a catena anche in chiave Giochi 2026. Il dossier parla chiaro: la cerimonia d’inaugurazione è prevista nell’impianto oggi in piedi. Dopodiché contano anche i precedenti.

Non sarebbe infatti la prima volta che dal momento dell’assegnazione alla rassegna vera e propria avvengono dei cambi in corsa. Aprire le danze nel vecchio o nel nuovo stadio non cambierebbe il dato più importante, la sede della manifestazione. Per questo, dopo l’iniziale braccio di ferro, l’amministrazione e i club sembrano destinati verso una scelta condivisa. Alcune voci importanti si sono già levate contro l’abbattimento, potrebbero però non resistere all’evidenza dei costi: tenere in piedi uno stadio senza Inter e Milan all’interno dal 2023 (anno in cui le milanesi sperano di poter mettere piede nella futura struttura) al 2026 non sembra economicamente realistico.

Molto più semplice dovrebbe essere il percorso delle altre strutture destinate a ospitare le gare di Milano-Cortina. Per l’Arena di Santa Giulia ci si è mossi addirittura prima del pronunciamento del Cio a Losanna sulla sede olimpica del 2026, mentre nel PalaSharp è stata avviata la messa in sicurezza all’inizio dell’anno solare e si attende ora l’avvio della gara pubblica. Il sindaco, Giuseppe Sala, ha stilato e annunciato il cronoprogramma: il PalaSharp pronto entro fine 2021, l’Arena due anni più tardi e il Villaggio olimpico all’ex scalo Romana a metà del 2025.

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Tutti sognano i Giochi
L’annuncio di Arianna Fontana: «Chiudere in Italia sarebbe fantastico»
Nel 2026, Arianna Fontana avrà 36 anni. Già ora che ne ha 29 è tra le atlete più longeve del panorama sportivo italiano, dato che quando ha cominciato a frequentare le gare che contano ne aveva appena 15. Se a Losanna avesse trionfato la Svezia, difficilmente avrebbe pensato di allungarsi la carriera per altri sette anni, ma con l’Italia come sede olimpica diventa tutto diverso.

«Sognare non costa nulla e l’idea di gareggiare anche nel 2026 è già di per sé qualcosa di fantastico – ha detto pochi giorni fa a margine di una premiazione a Roma –. Sarebbe come chiudere un cerchio dopo il mio esordio olimpico a Torino 2006. Non so quanti atleti potrebbero vantare di aver iniziato e finito con un’edizione olimpica nel proprio Paese».

La Fontana era presente nella delegazione trionfante in Svizzera così come Michela Moioli, che di indecisioni non ne ha mai mostrate: «Io a Milano-Cortina ci sarò». Più incerto Federico Pellegrino, nella sua recente intervista a Mi-Tomorrow non si è voluto sbilanciare, mentre la collega Sofia Goggia ha annunciato: «Quella in Italia potrebbe essere la mia ultima Olimpiade». Pochi dubbi, salvo imprevisti, su Elisa Confortola: a 17 anni ha rappresentato l’Italia dal palco svizzero del Cio con piglio da veterana. Punta a farlo anche in pista nel 2026.


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