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26. 04. 2024 01:34

Bloom: dai Nirvana alla possibile chiusura del locale

Concerti e cinema a Mezzago, nel locale famoso per aver ospitato, tra gli altri, anche Green Day e Sepultura

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Sembra passata un’eternità da «Nevermind» dei Nirvana ed effettivamente si parla ormai di musica di un’altra generazione, se non due. Ma tutti, chi più chi meno, conoscono il Bloom di Mezzago, in provincia di Monza e Brianza. Non un locale come tanti altri, che ospita musica più o meno conosciuta; ma ‘Il locale’, quello dove se ti esibivi davvero voleva dire essere riusciti a sbarcare il lunario. Un locale che, oggi, rischia seriamente la chiusura.

Il Bloom di Mezzago, dai Nirvana ai Green Day

La storia del Bloom di Mezzago è di quelle di alto spessore. Il locale ha aperto ufficialmente il 16 maggio del 1987 e, negli anni, si sono succeduti concerti dal vivo, proiezioni cinematografiche d’essa all’aperto e al chiuso, concorsi musicali, corsi, mostre d’arte e di fotografia. Si è da sempre distinto per lo spazio riservato alle nuove proposte e alle sperimentazioni. Punto di riferimento italiano per la musica rock alternativa, ha ospitato tra gli altri i Nirvana nel 1991, ma anche i Green Day (1994), i QOTSA, i Verdena, Ministri, Marlene Kuntz e Afterhours. Negli ultimi due anni, per superare le difficoltà della pandemia, sono nati i concerti in streaming, uno shop online, cucina d’asporto e altro. Ora, però, ci sono i rincari dell’energia: «È importante accendere una luce su queste situazioni – spiega Matteo Motta, responsabile programmazione, dalle pagine de Il Giorno -. Dopo la pandemia pensavamo di avere vita più facile e invece non è così: c’è stata una piccola finestra tra febbraio e giugno, in cui abbiamo ripreso con tutte le attività e le cose andavano bene, la gente aveva voglia di tornare sotto il palco. Ma i costi per gli spettacoli sono aumentati e questo non aiuta. Ora con anche il rincaro dell’energia non è semplice: non abbiamo ancora fatto il punto, ma parlando con altre realtà in qualche caso i conti sono raddoppiati se non triplicati». 

Il Bloom di Mezzago
Il Bloom di Mezzago

Il rincaro dei costi che non aiuta il Bloom di Mezzago 

E aiuti per pagare le bollette? «Non ne abbiamo ancora visti. Erano arrivati per la pandemia, e sicuramente arriveranno anche ora, o almeno me lo auguro. Abbiamo riaperto da 2 settimane, sta funzionando. A fine dicembre avremo un quadro più chiaro e bisognerà vedere se non ci saranno nuove restrizioni per il Covid: già ci siamo salvati per il rotto della cuffia in questi due anni, coi costi attuali è assolutamente infattibile pensare a restrizioni di pubblico. Un fattore che ci mette i bastoni tra le ruote è che le agenzie hanno alzato i prezzi per l’ingaggio degli artisti – continua Motta -. Ma se chiudono realtà come il Bloom è tutto il settore che va in crisi. La cosa positiva è che molte band straniere vogliono tornare a suonare in Italia: abbiamo tanti gruppi in arrivo dall’estero, ad esempio gli Unida e i Come». 

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Ripartiti i concerti sul palco e la programmazione BloomCinema 

Intanto mercoledì 21 settembre è ripresa ufficialmente la stagione con musica dal vivo e la rassegna BlooomCinema. Si è cominciati con classici rock e italiani, ma anche di inediti cantati da Makeshift e Youngover. E poi Amos & the Ruers, che hanno presentato l’ultimo album, i Boogie Spiders e Lester Greenowski, Mastafive e Dj Krash e Matt Elliot. Il BloomCinema ha ricominciato proponendo «200 Metri», film di Ameen Nayfeh.

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