Il “bosco della droga” rifiorisce, nuove area verde a Rogoredo

Rogoredo
Rogoredo

Sabato sarà una giornata importante per Rogoredo, da tempo accostato al famigerato “bosco della droga”. Nell’area si terrà, infatti, una passeggiata per offrire alla cittadinanza i risultati del lavoro svolto in questi anni per la riqualificazione dell’area. I protagonisti di questo impegno sono l’associazione Italia Nostra, che ha avuto in affidamento l’area dal Comune di Milano e che è al lavoro nella zona con i propri operatori forestali da un anno e mezzo, le forze dell’ordine, i servizi socio-sanitari, le associazioni di volontariato.

Un ruolo particolare è stato svolto da una trentina di Alpini, sei di Monza gli altri di Milano, che nel giro di pochi giorni hanno messo in terra 76 delle 100 querce previste dal progetto: disposte su due filari, le nuove piante – il cui intervento di piantumazione sarà completato domani – negli anni andranno a ombreggiare la pista ciclabile che conduce all’Abbazia di Chiaravalle.

Alla passeggiata parteciperanno il sindaco Giuseppe Sala, la vice Anna Scavuzzo, l’assessore al Verde e Urbanistica, Pierfrancesco Maran, e il Prefetto Renato Saccone. L’appuntamento con la visita guidata è al parcheggio di via Fabio Massimo alle 10.00. Al termine, verso le 11.30-12.00, un saluto dei rappresentanti delle istituzioni, un brindisi e il canto degli Alpini.

«Ci vorrà ancora tempo»
Silvio Anderloni: «Situazione pesante, ma qui c’è natura»

La situazione di Rogoredo è ancora critica, ci vorrà del tempo prima che non venga più chiamato il “bosco della droga”. Grazie al lavoro di diversi soggetti pubblici e privati la prospettiva non è più lontana, come spiega a Mi-Tomorrow Silvio Anderloni, direttore del Centro di Forestazione Urbana di Italia Nostra che sta collaborando alla riqualificazione dell’area.

Com’è la situazione a Rogoredo?

«E’ molto pesante, ma non come viene descritta abitualmente: c’è lo spaccio attivo, occupazioni abusive, situazioni di abbondono, sporcizia diffusa che però riguarda meno di 35 ettari su 60 complessivi».

Da quanto tempo siete impegnati?

«Da un anno e mezzo, quando il Comune ci ha affidato l’area».

Quali cambiamenti ci sono stati in questo periodo?

«La situazione è cambiata molto, basti pensare che la zona dello spaccio riguarda un paio di ettari e non abbraccia tutte le ore della giornata. Abbiamo ripulito dai rifiuti l’80 % della superficie, abbiamo realizzato 4,5 chilometri di strade e 3,5 chilometri di sentieri per le mountain bike che sono frequentati da gruppi di appassionati».

Quando il bosco sarà fruibile?

«In buona parte lo è già, anche se ci sono i residui di attività illegali».

Esiste ancora il timore di entrare?

«Ovviamente c’è la paura di trovarsi di fronte lo spacciatore però coloro che vengono sono contenti: noi consigliamo sempre di venire in gruppo. Questo non è un giardino, ma un parco, un’area naturalistica idonea per visite e passeggiate».

In questo momento quali attività state svolgendo?

«Con i volontari e i cittadini che vengono il mercoledì mattina e la terza domenica del mese stiamo eseguendo la raccolta dei rifiuti».

Che tipo di fauna si è formata?

«E’ molto interessante, ci sono vari tipi di uccelli, alcuni rari, è stato avvisato anche il cavaliere d’Italia. Poi ci sono lepri, fagiani, conigli, ricci».

Qual è il significato dell’inaugurazione di domani?

«E’ una passeggiata per conoscere l’area».

Resta ancora molto da fare?

«Sì, c’è ancora molto lavoro».

Si può considerare un’opera di bonifica civile?

«Io parlerei di riqualificazione, o meglio di riappropriazione dell’area. Resta ancora da proseguire la pulizia, i percorsi, la livellatura dei suoli e la piantumazione delle piante».

Resta da fare molto anche sotto il profilo della sicurezza?

«Il discorso sicurezza rientra all’interno del progetto di riqualificazione. Finora abbiamo realizzato una sinergia tra Comune, forze dell’ordine, enti di recupero socio-sanitario e cittadini che ha ottenuto grandi risultati, a differenza dei precedenti interventi a spot che non ottenevano nulla».

Quando Rogoredo diventerà come il Parco della Cave?

«Per la riqualificazione del Parco delle Cave ci sono voluti cinque anni, qui siamo molto veloci ma ci vorrà ancora del tempo».

mitomorrow.it