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27. 04. 2024 17:53

Milano capitale della cultura: è la città italiana in cui si spende di più per libri, spettacoli ed eventi

L’indice di lettura nella città di Milano (considerando i maggiori di 14 anni) è pari all’83% nel 2023, in crescita del 9% rispetto all’anno precedente

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«Con il 12% della spesa nazionale per consumi culturali, intesi come spettacoli, eventi e acquisto di libri a fronte di una popolazione residente pari al 2,3% di quella nazionale, Milano si conferma città traino per il settore». Questa la sintesi di Innocenzo Cipolletta, presidente di Aie – Associazione Italiana Editori, durante la presentazione dei dati dell’Osservatorio Lettura e consumi culturali a Milano, che si è svolta a Palazzo Reale ed è stata realizzata in occasione di BookCity 2023 (13 al 19 novembre).

BookCity 2023, la presentazione

«BookCity quest’anno è anche l’occasione per fare un punto importante sullo stato di salute culturale della nostra città – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi nell’ambito della presentazione –. Quando, nei nostri commenti e nelle nostre dichiarazioni, affermiamo che Milano è capitale dello spettacolo, dell’editoria, della musica o della lettura, lo facciamo con la consapevolezza non solo di questi numeri, che sono quelli del consumo culturale a pagamento, ma di altri ancora, che non sono compresi in questo importante studio perché, per esempio, spettacoli a ingresso gratuito o ingressi ai musei. È una consapevolezza che ci rende orgogliosi, ma dà anche la responsabilità di rendere l’accesso agli strumenti di crescita culturale – che siano libri o film, concerti o mostre – sempre più inclusivo e diffuso». Come la nuova Card Cultura a 15 euro, annunciata proprio durante la presentazione, che al costo di 15 euro l’anno offre libero accesso ai musei civici e uno sconto del 20% sulle mostre ospitate al Palazzo Reale, al Padiglione d’Arte Contemporanea, e alla Fabbrica del Vapore.

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BookCity, a Milano si spende più per i libri che per il calcio

L’Osservatorio sui consumi culturali della Città di Milano, a cura dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE), in collaborazione con Siae e Pepe Reasearch, ha mostrato che l’industria culturale nella città di Milano ha generato nel 2022 un giro d’affari sul territorio di 368,254 milioni di euro in spettacoli culturali, eventi e acquisto di libri, che salgono a 549,453 milioni di euro includendo anche gli eventi sportivi. Ma i dati evidenziano che la spesa in acquisto di libri a Milano è superiore anche a quella per le partite di calcio. La fetta più grande della spesa, infatti, riguarda gli acquisti di libri nei canali trade ed è pari a 167,241 milioni di euro; segue il calcio con 104,404 milioni, i concerti pop, rock e di musica leggera con 102,049 milioni, le discoteche con 51,050 milioni, le mostre con 27,494 milioni, il teatro lirico con 21,274 milioni, il teatro di prosa con 18,453 milioni, il cinema di sala con 17,566 milioni, il teatro di rivista e musical con 11,813 milioni, altre forme di spettacolo con 8,258 milioni, il balletto con 4,723 milioni, i concerti di musica classica con 4,619 milioni e altri. Rispetto al 2021, nel 2022 la spesa è più che raddoppiata (+201,8%, escluso l’acquisto di libri), riflettendo gli effetti della ritrovata piena mobilità dopo gli anni dei lockdown.

BookCity ma non solo… che eventi scelgono i milanesi?

Escludendo le proiezioni cinematografiche e gli eventi gratuiti che si svolgono nelle librerie, nelle biblioteche, durante le “week” e altro, a Milano nel 2022 ci sono stati 41.400 eventi culturali, oltre cento ogni giorno. Se nel 2022 avevano partecipato ad almeno uno di questi il 60% dei milanesi sopra i 14 anni, nel 2023 la percentuale è cresciuta al 79%. Andare al cinema è l’attività più amata dai milanesi (63%), seguono le visite a musei, mostre, rassegne d’arte o monumenti (52%), i concerti di musica pop, classica o lirica (40%), il teatro (22%), i saloni del libro, festival letterari, incontri con autori (19%).

BookCity, lettura a Milano è sopra la media nazionale

L’indice di lettura nella città di Milano (considerando i maggiori di 14 anni) è pari all’83% nel 2023, in crescita del 9% rispetto all’anno precedente e oltre dieci punti percentuali più alto della media nazionale, che si assesta al 71% (lettori tra i 15 e i 74 anni). Il tempo medio di lettura, tuttavia, si ferma a due ore e dieci minuti alla settimana. Il 91% dei milanesi ritiene che la città offra molti stimoli alla lettura, l’88% ritiene che questa offerta spinga alla ricerca di libri.

BookCity, Lella Costa: «A questi dati manca una lettura di genere»

Al tavolo dei relatori di Palazzo Reale sedeva anche Lella Costa, direttrice artistica del Teatro Carcano, che con la sua consueta verve ha puntualizzato alcuni dettagli, a suo giudizio mancanti ai dati dell’Osservatorio: «L’esperienza di chiunque frequenti qualsiasi cinema, teatro, festival letterario o presentazione, è che la stragrande maggioranza di chi fruisce, di chi mette i soldi, siano donne. E questo è singolare che non venga evidenziato – commenta Lella Costa – È un problema di lettura di genere di una serie di elementi che, non se non la dai, non ti rendi neanche conto esattamente di che cosa stiamo parlando».

Oltre al genere, l’attrice evidenzia un’altra mancanza relativa ai contenuti: «Mi sembra che questi dati ci dicano quanto, ci dicano quanti, ci dicano quando, ma non ci dicono “cosa”: non ci dicono le scelte, i contenuti e soprattutto la riflessione che noi, dai nostri ruoli, dovremmo fare è su cosa comporta fare offerte che non siano main stream. Quanto costa a un teatro, a un editore, a chi produce cultura fare delle scelte che non siano in partenza sicuramente successi? Quanto siamo ancora in grado di svolgere un ruolo di guida, formazione, crescita?».

Infine, Lella Costa affronta un tema spinoso, quello dell’offerta culturale per i giovani: «Ci lamentiamo che non ci sia un ricambio generazionale, nel teatro soprattutto, ma noi cosa proponiamo? Non è necessario fare gli spettacoli “per i giovani”, ma ogni volta che si progetta qualcosa è fondamentale pensare che ci siano persone giovani a poterne fruire e quindi tenerli in considerazione. Questo mi sembra l’unico modo per creare un pubblico futuro, ma anche per dare un senso al valore di questi dati. Fin che non sappiamo esattamente cosa stiamo proponendo e cosa sia effettivamente gradito, non credo che da tutto questo riesca a nascere una considerazione utile per il futuro»

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