9.5 C
Milano
27. 04. 2024 04:25

Il nuovo disco Don Joe dedicato a Milano: «Un livello superiore»

Da oggi Don Joe celebra la Madonnina con Milano Soprano, un progetto inedito nel nome del rap: «Questa città è il punto d'arrivo più alto possibile»

Più letti

Un punto e virgola in una carriera ultraventennale, contrassegnata da hit e collaborazioni sempre di primissimo piano. Con questo background di livello, fa il suo debutto oggi Milano Soprano, il nuovo album di Don Joe. Un progetto nato per celebrare la città meneghina al quale hanno preso parte altri 24 artisti, tra cui Jake La Furia, Ernia, Emis Killa, Marracash, Venerus, J Ax, Coma_Cose e Myss Keta.

Don Joe lancia Milano Soprano

Quando hai deciso di omaggiare Milano con un disco?
«Milano è la città da cui sono partito e mi sembrava importante omaggiarla. L’ho sempre considerata come il mio gol: arrivarci dalla provincia, solo con la musica, era per me già un traguardo incredibile. Fortunatamente sono andato anche oltre (ride, ndr). Molti artisti che hanno collaborato al disco non arrivano dal centro, ma il loro cuore musicale è proprio qui. Tutti hanno dovuto combattere per conquistare la città».

«Milano Soprano è uno stile di vita senza confini». Cosa significa?
«Si tratta di un’affermazione legata all’idea che Milano è il punto d’arrivo più alto possibile. Un soprano è quel cantante che arriva più in alto di tutti e, nell’immaginario, la parola ricorda anche coloro che tirano le fila prendendo le decisioni più importanti. A Milano lo stile di vita è superiore».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Nel disco ci sono collaborazioni inedite e colpisce l’unione di entità artistiche distanti anche dal punto di vista anagrafico.
«Volevo proprio mettere a confronto due generazioni che spesso non sono vicine. È stata una bella scommessa, in realtà credo che il risultato sia ottimo. Ho creato coppie di artisti che mai si erano trovati in studio. Nel disco ci sono pezzi trasversali e sono solo undici, oltre a cinque skit. Non mi piacciono i dischi lunghi, nel rap mi stancano».

Come descriveresti oggi la Milano della musica?
«Milano è sempre stata un punto nevralgico, in questo senso. Un luogo di incontro per più generazioni e, soprattutto, una città multirazziale. Nell’album cerco l’incontro di più etnie, anche perché il rap non è culturalmente nostro».

Ma da qualche anno, ormai, guida le classifiche. Quale credi sia stato il punto di svolta che ha portato a questa rivoluzione?
«Quando uscì PES dei Club Dogo si avvertiva una prima volontà di trovare nuovi spazi. La vera rivoluzione credo sia avvenuta più o meno cinque anni fa: sono arrivati giovani che hanno ottenuto successo trovando una nuova chiave. E oggi sono gli artisti di punta della scena»

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...