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29. 03. 2024 12:00

Zapping Cinema, il ritorno di Valeria Golino con una grande interpretazione

L'appuntamento settimanale con il grande schermo

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OCCHI BLU

Tra le attrici più apprezzate del panorama italiano, Michela Cescon vanta anche un grande talento da regista. Nelle sale italiane grazie a I Wonder Pictures, Occhi blu è il suo primo lungometraggio ed è un film estremamente sorprendente, un polar raffinato con una grande cura compositiva. Un centauro si aggira tra le strade di Roma, rapinando banche e facendosi beffe della polizia. Il commissario Murena chiede aiuto a un amico ex poliziotto, il Francese, alle prese con una situazione familiare delicata…

Il successo di Occhi blu poggia le basi sul talento straordinario di Valeria Golino, una donna misteriosa, indecifrabile. Una dark lady che parla poco, ma la sua personalità non viene mai meno. Un ruolo inedito, ma interpretato magistralmente. E non possiamo sottovalutare la regia di Michela Cescon, suggestiva e mai banale, che diventa a sua volta un personaggio, come la tromba di Paolo Fresu o la stessa Roma.

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Occhi blu non è l’opera prima che ti aspetti e già questo è un bene. Ma non solo: è un’opera coraggiosa, ricercata e insolita. E se questo è l’esordio, siamo già in attesa del prossimo film…

Data: già disponibile
Paese: Italia
Durata: 86 minuti
Regia: Michela Cescon
Genere: drammatico
Voto: 7,5

THE BOOK OF VISION

Un debutto audace e senza compromessi quello di Carlo Hintermann. Film d’apertura della 35esima Settimana della Critica di Venezia, The Book of Vision è arrivato finalmente nelle sale su distribuzione RS Productions dopo aver ricevuto una candidatura ai David di Donatello per i Migliori effetti visivi VFX e ben 3 nomination ai Nastri D’Argento.

Il lungometraggio racconta la storia di Eva (Lotte Verbeek), una giovane dottoressa che abbandona la sua carriera immergersi nello studio della storia della medicina e mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e un destino che sembra segnato. Johan Anmuth (Charles Dance) è un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte razionaliste e antiche forme di animismo. The Book of Vision è il manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice ininterrotto…

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un’opera prima insolita per il cinema italiano, un fantasy distopico che viaggia nel tempo e nello spazio. La fotografia è uno dei punti di forza, in grado di presentare ogni scena come un ritratto, valorizzando gli splendidi costumi e le scenografie evocative. Badando troppo alla forma, manca un po’ di sostanza, ma non possiamo lamentarci.

Data: già disponibile
Paese: Italia, Regno Unito, Belgio
Durata: 95 minuti
Regia: Carlo Hintermann
Genere: drammatico
Voto: 6,5

FIRST COW

Kelly Reichardt è tra le più importanti registe del cinema indipendente e First Cow ci ricorda perché. Il film, da oggi disponibile su Mubi, è tratto dal romanzo The Half-Life di Jonathan Raymond (storico co-sceneggiatore della regista) e racconta la storia di un cuoco solitario e taciturno (John Magaro) in viaggio verso Ovest che si unisce a un gruppo di cacciatori di pellicce dell’Oregon, ma l’unica persona con cui sente una reale affinità è un immigrato cinese (Orion Lee), in cerca anche lui di fortuna. Presto i due scoprono come realizzare il loro “sogno americano”: derubare un ricco proprietario terriero del latte della sua preziosa vacca, la prima e unica del territorio, per fare deliziose frittelle da vendere al mercato…

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First Cow è una straordinaria storia di amicizia che si interroga sulle vere fondamenta sulle quali sono stati costruiti gli Usa e lo fa con una narrazione lontana dal classico western, ma attenta ai “dimenticati”, agli outsiders.

É difficile non voler bene a questo film, anche grazie all’attenzione della regista ai piccoli gesti, quelli che alla fine contano più di tutto. Poetic cinema, per citare un caro meme cinefilo.

Piattaforma: Mubi
Data: da oggi
Paese: Usa
Durata: 121 minuti
Regia: Kelly Reichardt
Genere: western
Voto: 7

A CLASSIC HORROR STORY

Roberto De Feo e Paolo Strippoli sono tra i talenti emergenti dell’horror, è innegabile. Eppure A Classic Horror Story, su Netflix dal 14 luglio, non riesce a convincere appieno, anzi. Cinque carpooler viaggiano a bordo di un camper raggiungere una destinazione comune ma devono fare i conti con un incidente stradale. La strada che stavano percorrendo è scomparsa, restano un bosco fitto e una casa di legno in mezzo alla radura, che presto scopriranno essere la dimora di un culto innominabile…

A Classic Horror Story parte dai classici film dell’orrore e non mancano le citazioni, basti pensare a La casa o a The Texas Chainsaw Massacre, ma poi prende una strada propria, tra ‘ndrangheta e folklore. L’impianto visivo è eccezionale, strizzando l’occhio ad Ari Aster, ma è la sceneggiatura a non brillare (a differenza di The Nest, opera prima di De Feo): colpi di scena pochi e di certo non clamorosi per un occhio attento.

Resta il merito di aver osato con qualcosa di nuovo, ma il risultato non soddisfa. Lodevoli le interpretazioni di Matilda Lutz (L’estate addosso, Revenge) e del sempre ottimo Peppino Mazzotta.

Piattaforma: Netflix
Data: 14 luglio
Paese: Italia
Durata: 95 minuti
Regia: Roberto De Feo e Paolo Strippoli
Genere: horror
Voto: 4,5

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