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27. 04. 2024 22:03

Peach Garden, Luca Roncella svela i segreti dell’installazione al museo della scienza e della tecnologia

Si apre questo weekend e sarà visitabile nei fine settimana fino al 9 luglio prossimo

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Si apre questo weekend e sarà visitabile nei fine settimana fino al 9 luglio prossimo, Peach Garden, l’installazione dell’artista coreana Hayou Kwon, presso gli spazi del museo della Scienza e della tecnologia “Leonardo Da Vinci”. Per l’occasione abbiamo incontrato Luca Roncella, responsabile gaming e interattività digitale del museo, che ci ha spiegato di cosa si tratta.

Peach Garden, Luca Roncella
Peach Garden, Luca Roncella

Qual è la peculiarità di questa installazione?

«Si tratta di un’installazione in free roaming multiutente, cioè significa che sei persone alla volta, indossando un visore, saranno libere di camminare in uno spazio di circa 100 metri quadrati, e vedranno dei paesaggi naturali immaginifici, percependo le altre presenze come aloni luminosi. Peach Garden è quindi un’esperienza collettiva similare a quello che potrebbe essere il mondo del multiverso, atta a creare una sorta di empatia».

Come mai la scelta di un’opera artistica?

«Le precedenti nostre installazioni di realtà virtuale sono state più incentrate sull’edutainment, ma cerchiamo sempre di sperimentare esplorando altri tipi di contenuti. Peach Garden si ispira ad un famoso dipinto del pittore coreano An Gyeon, e vuole essere un invito a compiere un viaggio introspettivo».

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Crede che la realtà virtuale sia un mezzo per rendere accessibili a tutti esperienze che in altro modo non sarebbero possibili?

«Assolutamente sì. A parte il vincolo rispetto i minori di 12 anni, è una grande occasione per sperimentare sensazioni nuove e visitare luoghi remoti. Ricordo ad esempio l’entusiasmo che ci fu per la mostra interattiva dedicata a Marte nel 2018».

Quanto apertura c’è nell’ambito museale in Italia rispetto al tema teconologia?

«Purtroppo c’è ancora un po’ di reticenza. Ciò è dovuto sia ad un fattore culturale, c’è chi crede difatti che la tecnologia possa snaturare la sacralità del museo, ma anche ad un fattore economico. Il materiale tecnologico ha alti costi soprattutto per quanto riguarda la manutenzione».

Quali altre idee avete in serbo per il futuro?

«Vogliamo sempre sperimentare nuove tecnologie, proponendo sempre qualcosa d’innovativo. Un progetto a cui stiamo lavorando insieme ad una onlus, riguarda l’utilizzo della realtà virtuale a scopo terapeutico. Nelle prossime settimane daremo l’annuncio ufficiale».

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