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29. 04. 2024 03:12

Pierpaolo Spollon sbarca al Dal Verme di Milano: «Il mio one man show sarà pieno di ogni colore»

Dopo averlo visto in Blanca, ballare a Boomerissima e a Ballando con le stelle, in attesa delle nuove puntate di Doc 3 e di tanto altro, sabato 18 novembre l'attore debutta con lo spettacolo Quel che provo dir non so

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Ed è probabilmente proprio Sebastiano, con la sua complessità, interpretato nella serie Blanca, che ha consacrato Pierpaolo Spollon come uno degli attori più bravi e amati della tv del momento. Tanto che la morte del personaggio, nella penultima puntata di Blanca 2, serie che si è conclusa la scorsa settimana con ottimi risultati di ascolto, ha scatenato le “proteste” dei fan.

«Fra i personaggi che ho interpretato, Nanni-Sebastiano è quello a cui sono più legato perché è il più particolare, il più lontano da me. È un ruolo che finalmente mi ha dato la possibilità di togliermi dal solito personaggio tenero, impacciato, simpatico».

L’esuberanza di Spollon è incontenibile e pochi giorni fa lo abbiamo visto, insieme alla protagonista della serie, Maria Chiara Giannetta, “volteggiare” per una sera al programma Ballando con le stelle e divertirsi con un altro balletto accanto ad Alessia Marcuzzi in Boomerissima. Da qui ai primi mesi dell’anno prossimo vedremo l’attore padovano cimentarsi nella terza stagione di Doc su Raiuno, in Odio il Natale 2 su Netflix e in Karaoke Night su Prime Video. Insomma, è scoppiata la “spollonmania”.

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Ma non è finita qui: sabato 18 novembre alle 21.00 potremmo vedere Pierpaolo al Teatro Dal Verme nel monologo da lui scritto insieme a Matteo Monforte, per la regia di Mauro Lamanna intitolato Quel che provo dir non so (biglietti da 23 euro su ticketone.it). Cosa manca? Ce lo dirà lui alla fine di questa intervista spoilerando (o “spollonando”) sul suo futuro.

Pierpaolo Spollon in teatro a Milano con “Quel che provo dir non so”

Anche se con questo spettacolo hai già fatto qualche data, quella di Milano sarà come una prima.
«Sì, al Teatro Dal Verme per me sarà come un debutto. E ma la sto facendo sotto, perché mi verranno a vedere oltre mille persone».

Come ci si sente a stare sul palco da soli?
«Ogni volta che devo salire sul palco sono terrorizzato: è come se dovessi ridare la Maturità. Vorrei implodere, evaporare, sparire. Poi piano piano questa cosa scema e inizio a prendere più confidenza, ma ho veramente la necessità di andare a teatro per affrontare questa mia ansia».

Come è nato Quel che provo dir non so?
«Tempo fa ho letto un saggio breve che diceva che il 70% di casi di depressione giovanile è dovuto al fatto che i ragazzi non sanno più riconoscere le proprie emozioni. Per me questa è una cosa incredibile: le emozioni sono talmente intrinseche nell’essere umano, che non riuscire a distinguerle, a riconoscerle, è una cosa grave. Vuol dire che siamo in un momento storico nel quale la nostra attenzione non è focalizzata bene sui punti giusti. Tutto questo ha creato in me la necessità di parlarne e così ho iniziato a fare delle ricerche».

Cosa hai scoperto?
«Il filosofo Francoise de La Rochefoucauld diceva che le persone non si innamorerebbero mai, se qualcuno non avesse detto loro prima che quello è l’amore, semplicemente perché non saprebbero ciò che stanno provando. E poi ho scoperto che in giro per il mondo ci sono un sacco di parole per descrivere sentimenti complessi che noi proviamo, ma che non sappiamo di provare. Le svelerò nello spettacolo».

Lo fai attraverso le emozioni che hai provato in prima persona?
«Chiaramente mi umilio come sempre, e mi prendo in giro, ma con l’intento di dare un messaggio importante, ovvero quello di entrare in contatto con le nostre emozioni. Ho iniziato a scriverlo perché mi è successa una cosa terribile con mio figlio, che mi ha fatto pensare. E mi ha dato il La per iniziare un percorso con uno psicoterapeuta».

Pierpaolo Spollon
Pierpaolo Spollon

Quali sono quelle più difficili da raccontare per te?
«In realtà dopo questo mio processo di psicoterapia non mi pongo molti limiti. Però ho ancora difficoltà nel gestire i complimenti: quando me li fanno mi imbarazzo da morire, non so cosa dire, non so cosa fare, come rispondere. Li so fare e li faccio, ma non so riceverli. Gestisco meglio le offese, ho più la risposta pronta».

Come sarà allestito il palco del Dal Verme?
«Non ci sarà la classica sala buia da stand up comedy perché non sono un comico e ci vogliono altre qualità per farlo. E’ più una sorta di one man show, circondato da molti colori. E poi c’è un grande schermo dove vorrei anche proiettare il messaggio con la recensione dello spettacolo che mia madre mi ha mandato dopo aver visto solo spezzoni sul web».

Ne sarà felice…
«Felicissima…Probabilmente mi denuncerà e potrà farlo perché renderò pubblico un suo messaggio privato. Lei sta sempre molto attenta a quello che dico, che faccio. Ancora oggi, che ho quasi 35 anni, mi corregge, mi chiede se mangio e quando mi vede in tv commenta come sono vestito o pettinato. Probabilmente sabato verrà a vedermi al Dal Verme e si renderà conto che nel monologo parlo tanto di lei, ma alla fine sarà contenta per me».

Vista la tua passione per la musica che colonna sonora hai inserito in Quel che provo io non so?
«Nel monologo parlo dei cantautori, che sono stati i primi psicologi per me. Le canzoni rendono reali delle emozioni che noi proviamo e loro ce le descrivono, perché questo è il lavoro dei poeti. Ci sono dei momenti in cui canto e parlo di Fabrizio De André, di Vasco Rossi e poi metto un pezzo di musica moderna e invito le persone a fare attenzione al testo».

Quando su Instagram hai annunciato la data al Dal Verme, come omaggio a Milano hai inserito dei frammenti di Jannacci, Gaber, Bramieri e Celentano.
«Uno dei motivi per cui sono come sono, ovvero un pirla dinoccolato, è Adriano. Lo ascoltavo tutte le mattine andando al liceo. Prisencolinensinainciusol è una delle mie canzoni preferite perché incarna un sacco di aspetti che sono molto vicini a me. Celentano o Cochi e Renato utilizzano l’autoironia parlando anche di cose estremamente serie, ma sempre ricordandosi che la vita è un enorme giro di giostra. Penso che l’ironia e l’autoironia aiutino a far cadere le barriere tra le persone. Gli altri cominciano ad ascoltarti perché hai avuto il coraggio di far vedere la tua debolezza. Io questa debolezza la adoro. Più che artisti, sono maestri: senza di loro non avrei trovato il coraggio di far vedere questo mio lato».

Quando hai capito che avresti voluto fare l’attore?
«Non l’ho mai capito. Mi è successo, mi è caduto tra capo e collo perché guardando L’ultimo dei Mohicani – con quello che ancora oggi è il mio punto di riferimento come attore, anche se non c’entra nulla con me, ovvero Daniel Day Lewis – mi sono detto: se lui e il regista Michael Mann mi hanno fatto provare questa gioia seduto sul divano, quanto sarebbe bello poter fare lo stesso per le altre persone; ma poi non ci ho mai creduto e ho lasciato perdere. Più avanti invece mi hanno cercato dei registi vedendo in me una faccia interessante e così piano piano ho cominciato a crederci anch’io. Ancora oggi penso che prima o poi si renderanno conto che sono un bluff, ma finché accadrà col cavolo che me ne vado!».

Vieni spesso a Milano, al di là della tua passione per l’Inter?
«“Al di là dell’Inter” non si può dire, perché quando facevo l’accademia, il Centro Sperimentale a Roma, alla sera andavo a fare il cameriere. Nel weekend partivo con l’associazione “Inter Club Belli de Roma”: con il pullman facevo otto ore e mezzo per vedere l’Inter a Milano e poi ritornavamo il giorno dopo».

Cosa ti piace di Milano?
«È una città che unisce la storia con la modernità. È la più mitteleuropea, la città del business, ma dove trovo gli anziani che parlano della loro Inter al bar. E mi fa impazzire! Se mi chiedessero qual è la città dove vorrei vivere, direi proprio Milano».

I tuoi luoghi preferiti?
Oltre a San Siro direi Brera, quartiere che frequento abbastanza spesso per la mia passione per la moda. Adoro questa pulizia milanese, che è completamente diversa rispetto al contesto romano. Apprezzo molto anche Chinatown, dove ho girato un film, fino a tutta la zona di CityLife, con quei meravigliosi giardini. Ma ora penso solo al Teatro dal Verme…».

Sarai nel cast di Odio il Natale 2, in streaming su Netflix tra poche settimane. Che parte farai?
«Sono un ragazzo padre single, uno di quei giovani che hanno messo da parte la loro crescita per occuparsi già di quella di un altro. E’ un ruolo al quale sono affezionato».

Tu ami o odi il Natale?
«Non sono un fan sfegatato del Natale, ma qualsiasi cosa che abbia questo realismo magico mi piace molto: mi interessa vedere gli occhi dei bambini che luccicano, la gente che ancora ci crede. Qualsiasi cosa che possa trasportare le persone in un momento di magia, di poesia, in cui i bambini possano vivere un momento diverso rispetto alla routine, per me va bene, Halloween compreso».

Quando termineranno le riprese di Doc 3?
A metà dicembre e già a gennaio saremo in onda su Raiuno: ci diamo subito in pasto al pubblico!»

È quello il set più divertente?
«Senza ombra di dubbio, perché c’è Luca Argentero: ormai lavoriamo insieme da tre anni. Insieme a Matilde Gioli quest’anno siamo proprio un bel trio. Io faccio il pirla, loro mi assecondano. Matilde butta benzina sul fuoco e Luca ride compiaciuto, quindi si crea una bellissima alchimia».

Fra riprese, messe in onda, apparizioni in tv e lo spettacolo teatrale è stato un anno molto intenso. Dopo cosa farai?
Me ne vado! A Natale parto e sparisco: fino a metà gennaio nessuno avrà più notizie di me perché ho bisogno di dedicarmi solo alla mia famiglia, per poi tornare carico. E forse il 2024 sarà l’anno giusto per vedere Spollon nei panni di conduttore televisivo».

Chi è Pierpaolo Spollon

Nato a Padova il 10 febbraio 1989, Pierpaolo Spollon si diploma al Centro sperimentale di Cinematografia di Roma. Nel 2009 ottiene il suo primo ruolo nella mini serie di Sky Nel nome del male. Al cinema debutta l’anno successivo in Terraferma di Emanuele Crialese. Il suo volto è soprattutto associato alle serie televisive, da L’allieva a La porta rossa, da Che Dio ci aiuti, fino a Doc e Blanca, che gli hanno regalato grande popolarità. Prossimamente lo vedremo anche fra i protagonisti di Odio il Natale 2 su Netflix e nei panni di cantante in Karaoke Night di Prime Video. Dopo la data di Milano del 18 novembre, lo spettacolo prodotto da Stefano Francioni Produzioni Quel che provo dir non so proseguirà in tutta Italia fino al 17 dicembre e riprenderà di nuovo a febbraio.

Pierpaolo Spollon, il nuovo canale su Instagram

Better call Spoll è il nome del canale broadcast su Instragram. La programmazione televisiva ricca della sua presenza è stata nominata dai fan “Spollinsesto”, gli hashtag su X si chiamano #Nannidì (dal nome del suo personaggio) o #Spollondì.

Pierpaolo usa i social in modo molto divertente, associando scene tratte dalle serie che interpreta a vecchi film, a sketch, a pubblicità e i fan gli stanno dietro: «Mi piace moltissimo fare il “live twitting”: commento la puntata prendendo in giro le mie prestazioni, i miei personaggi e ogni tanto anche gli altri. E’ una cosa che ti dà un riscontro immediato e questo mi fa sentire sempre più parte di una cosa grande e anche il pubblico mi sembra che l’apprezzi, anche se alcuni si lamentano di non riuscire a seguire la serie in diretta perché troppo intenti a leggere i miei tweet».

Quel che provo dir non so, tutte le date dello spettacolo di Pierpaolo Spollon

Sabato 18 novembre alle 21.00

Teatro dal Verme, Milano

 

Domenica 19 alle 18.00

Teatro Mancinelli, Orvieto (Tr)

 

Sabato 2 dicembre alle 21.00

Teatro Menotti, Spoleto (Pg)

 

Venerdì 15 dicembre alle 21.00

Teatro dei differenti, Barga (Lu)

 

Sabato 16 e domenica 17 dicembre alle 21.00

Teatro Guglielmi, Massa

 

Sabato 3 febbraio 2024 alle 21.00

Cinema Teatro Bellini, Montagnana (Pd)

 

Lunedì 11 marzo 2024 alle 21.00

Teatro Duse, Bologna

 

Sabato 16 marzo 2024 alle 21.00

Teatro Colosseo, Torino

 

Domenica 17 marzo alle 17.00

Teatro Alessandrino, Alessandria

 

Venerdì 22 marzo alle 21.00

Teatro Traiano, Civitavecchia (Rm)

 

Sabato 23 marzo alle 21.00

Auditorium della Conciliazione, Roma

 

Sabato 6 aprile alle 21.00

Teatro Rossini, Civitanova Marche (Mc)

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