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04. 05. 2024 01:19

Apre la nuova Sala del Cenacolo del Museo della Scienza, Franceschetti: «Il miracolo del restauro»

L'affresco torna a splendere dopo il lavori al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia

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Dal 15 novembre il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia può tornare a mostrare la sua magnifica Sala del Cenacolo, accessibile come parte del percorso di visita libera del Museo. Riaperta al pubblico dopo un importante intervento di restauro, la Sala del Cenacolo è l’antico refettorio del complesso monumentale del Monastero Olivetano di San Vittore del XVI secolo, in cui ha sede il Museo Scienza e Tecnologia dal 1953, anno della sua inaugurazione.

Sala del Cenacolo: la restauratrice Vanda Franceschetti: «Abbiamo arruolato altri bravissimi colleghi che hanno lavorato instancabilmente tutta l’estate con noi per arrivare a questo»

Costruita tra il 1709 e il 1712 in occasione dell’ampliamento del monastero, la Sala del Cenacolo grazie al lavoro effettuato sugli stucchi e sugli affreschi, opera di Pietro Gilardi e Giuseppe Antonio Castelli detto Il Castellino, è stata restituita alla sua bellezza originaria. Si tratta di una delle poche testimonianze rimaste a Milano di Barocchetto Lombardo in ambito religioso: la parete di fondo ospita il grande affresco delle Nozze di Cana di Pietro Gilardi, mentre la volta ribassata e le pareti laterali presentano una serie di articolate quadrature architettoniche, con fiori, frutta e festoni e scene bibliche a monocromo tratte dall’Antico Testamento. I lavori di restauro, portati avanti da Vanda Franceschetti e Matteo Manuele Pelucchi, sono stati possibili grazie al generoso contributo di Fimesa e famiglia Sordi, in memoria di Roberto e Silvio Preti, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana e il Comune di Milano, proprietario dell’immobile.

Il restauro ha permesso lo studio approfondito delle pitture murali delle pareti e della volta sia dal punto di vista stilistico che dei materiali originali, svelando le caratteristiche tecniche degli affreschi e assicurandone lo stato conservativo per le future generazioni. Dopo il primo restauro completo del 1952 e il cantiere pilota del 2004, riguardante solo il primo terzo della volta, si era resa necessaria una nuova operazione con lo scopo di presentare la sala con il suo equilibrio cromatico originale, attraverso una pulitura complessiva di tutte le superfici affrescate e delle cornici a stucco, rispettosa dei materiali costitutivi. Per Vanda Franceschetti, la restauratrice, si è trattato di un’opera epica.

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Sala del Cenacolo

Vanda Franceschetti, quindi non esiste un solo Cenacolo a Milano?
«No, non esiste un solo Cenacolo a Milano! Questo è il Cenacolo del Museo della Scienza e della Tecnologia, attualmente. Qui siamo nella sala dell’ex refettorio del Convento di San Vittore, convento che è stato smantellato all’inizio dell’800 e che aveva una sala imponente dedicata proprio al refettorio» .

Quando è iniziato il restauro?
«Siamo intervenuti io e Matteo Pelucchi alla progettazione di questo intervento imponente un anno fa, quando il museo ci ha chiesto di fare un progetto per capire quale fosse l’impegno economico a cui doveva far fronte per un’opera del genere. E dopo solo un anno sono riusciti a trovare un finanziatore, per cui abbiamo intrapreso questa opera epica direi, perché ci ha occupato tutta l’estate».

Quante persone hanno lavorato al progetto?
«Il museo aveva questo spazio temporale limitato, per cui abbiamo arruolato altri colleghi, ex studenti, tutti bravissimi, che hanno lavorato instancabilmente tutta l’estate con noi per arrivare a questo livello. Per un restauratore fare un’opera così grande in un tempo così breve ha davvero del miracoloso, ma lavorare insieme affiatati significa tanto. Non sempre eravamo tutti insieme, ma nei momenti di maggior lavoro eravamo in sette».

Gli studenti da che scuola provengono?
«Ora sono tutti professionisti, ma provengono dall’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como, che da sempre ha un settore legato al restauro».

Da cosa si parte per un progetto di restauro di questa portata?
«Il progetto nasce da una ricerca storica e da un rilievo puntuale dello stato di conservazione dell’opera stessa. La cosa che si evidenziava in maniera molto evidente era il contrasto fra la parte restaurata nel 2004, che aveva restituito i colori originali, luminosissimi, di questo barocchetto lombardo con la parte non ancora restaurata, ovvero restaurata solo nel 1950, che quando abbiamo fatto i rilievi manifestava tutti i suoi problemi».

Quali erano i problemi maggiori?
«I problemi erano legati allo stato di conservazione non ottimale, con problemi di sali e alterazioni cromatiche dovuti soprattutto alle infiltrazioni d’acqua dalle finestre, ora risolti. Inoltre questo dipinto ha una caratteristica abbastanza singolare rispetto alla tecnica esecutiva, ovvero è un affresco: la pittura è solidissima, ma contiene all’interno dei suoi materiali costitutivi del gesso, un materiale che ha condizionato molto l’intervento di restauro, soprattutto la pulitura. Si aveva un po’ la sensazione di cupezza entrando in questa sala, ora non è più così».

 

I 3 DA NON PERDERE

Visita alla Sala del Cenacolo
La sala è parte del percorso di visita libera del Museo dalle 9.30 alle 17.00 da martedì a venerdì e dalle 9.30 alle 18.30 sabato, domenica e festivi, salvo chiusura dello spazio per eventi interni. Info e biglietti: museoscienza.org

Concerto Le macchine parlanti
Sabato 25 novembre alle 15.00 (ingresso libero fino a esaurimento posti) si può assistere al concerto gratuito con Luciano Pituello, presidente dell’Associazione Museo Enrico Caruso di Milano: la voce di fonografi e grammofoni in un emozionante viaggio fra teatro dell’opera e storia della tecnologia.

Visita guidata con il curatore
Sabato 2 dicembre è prevista “Gli affreschi barocchi della Sala del Cenacolo”, visita guidata alla Sala del Cenacolo con Claudio Giorgione, curatore Leonardo Arte e Scienza Museo, alle 12.00, 14.30 e ore 15.30 per la durata di 40 minuti, a partire dai 12 anni di età. Massimo 20 persone per visita.

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