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29. 03. 2024 10:55

Scala di Milano, sarà il Don Carlo a inaugurare la stagione 2023

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Sarà il Don Carlo di Giuseppe Verdi l’opera che inaugurerà la stagione della Scala di Milano il prossimo anno. A pochi giorni dall’apertura del 7 dicembre con Boris Godunov arriva la conferma del nuovo titolo. D’altronde, come ha ricordato il direttore musicale del teatro Riccardo Chailly parlando con gli studenti dell’università Bocconi, Musorgskij mentre scriveva il Boris nel 1869 ascoltò il Don Carlo, che è la versione del francese Don Carlos rivista proprio per la Scala con cui dunque ha un «legame particolare».

Scala di Milano, il 7 dicembre la Prima

Intanto alla Scala di Milano fervono i preparativi per la Prima del 7 dicembre, dove quest’anno oltre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà presente anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Un 7 dicembre che dopo le restrizioni anti-covid torna nella sua formula tradizionale. Non mancano le polemiche: la prima ha riguardato il titolo scelto, Boris Godunov di Modest Musorgskij, opera russa che, con la guerra in atto, il console ucraino Andrii Kartysh aveva chiesto di cancellare.

boris godunov alla scala di milano

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I tagli al teatro e le polemiche

La seconda polemica riguarda invece i tagli dei contributi al teatro da parte di Regione Lombardia già da quest’anno di circa la metà, e da parte del Comune di Milano dal prossimo anno. I sindacati avrebbero voluto leggere un loro messaggio prima dell’inno nazionale con cui si aprirà l’inaugurazione. Far salire sul palco due lavoratori della Scala di Milano, un uomo e una donna, per dire che «un Paese che taglia i finanziamenti alla cultura, taglia il futuro dei propri cittadini».

Rinnovo contratto rimandato

Ma la direzione ha detto no alla richiesta di Cgil, Cisl, Uil e Fials nel vertice che è servito per trovare un accordo di massima sul contratto di lavoro. Il rinnovo verrà rimandato al 2024. Ci sarà nel 2023 un bonus di mille euro a lavoratore, e (su questo si sta lavorando) una polizza sanitaria privata e un incremento della quota di previdenza complementare. Ma per il prossimo anno i lavoratori rinunciano agli aumenti previsti legati all’inflazione.

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