La Lombardia entra ufficialmente in zona arancione, ma non si placa il giro d’accuse tra il Governo e la Regione. Al centro sempre quella famosa comunicazione errata dei dati riguardanti dell’indice Rt. Nessuno sembra intenzionato a dichiarare le proprie colpe. Così ieri sera il presidente Fontana e il suo vice Moratti hanno presentato una conferenza stampa in cui hanno ribadito per l’ennesima volta la propria trasparenza e correttezza.
La conferenza. Speranza proprio nella giornata di ieri, al momento della firma della nuova ordinanza, ha messo nero su bianco su un verbale l’ipotetico errore dei tecnici del Pirellone.
![ministro speranza](https://www.mitomorrow.it/wp-content/uploads/2020/03/speranza-300x169.jpg)
«La Lombardia ha trasmesso dati errati poi rettificati — spiega il ministro della Salute Roberto Speranza —. La relazione dell’Istituto Superiore di Sanità è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione. Senza l’ammissione di questo errore non sarebbe stato possibile riportare la Regione in zona arancione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa».
Fontana passa all’attacco e punta il dito contro Roma. «Se siamo diventati arancioni da oggi si deve al fatto che abbiamo contestato noi conteggi fatti dalla cabina di monitoraggio del governo – afferma il governatore -. Noi non abbiamo mai sbagliato a dare i nostri dati. Abbiamo solo implementato numeri già forniti».
A fargli eco anche Letizia Moratti: «Prima di prendere decisioni io sono abituata a studiare i dati e ad approfondirli. Mi sono accorta da subito che mancava coerenza tra quell’Rt di 1,40 e le nostre simulazioni. Per questo ho chiesto un confronto tecnico e leale. Ma nessuno ha accettato di aspettare 48 ore prima di mandarci in zona rossa. Poi hanno capito di aver sbagliato».
Ricorso al Tar. Il botta e risposta tra Regione e Governo finirà comunque sui banchi del Tar, nonostante il dietrofront e l’ingresso in zona arancione. «È possibile che anche i dati di altre regioni siano sbagliati, ma non è un mio problema – ribadisce Fontana -. Noi non rinunceremo a quel ricorso, impugneremo anche il verbale di Cts, Cabina di regia quando parlano di rettifica. Ammettere di aver sbagliato? Non lo farò mai, perché non è vero».
Insomma la partita è ancora aperta. Se il Tar dovesse dare ragione alla Lombardia si aprirebbe però un precedente pericoloso che metterebbe in discussione l’intera sistema di monitoraggio e potrebbe portare a nuove rivendicazioni da parte di tante altre Regioni.