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24. 04. 2024 11:05

Il Milanese Imbruttito debutta al cinema con “Mollo tutto e apro un chiringuito”

Da domani al cinema arriva "Mollo tutto e apro un chiringuito". Germano Lanzoni porta nelle sale il film debutto della satira web milanese

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Era il 7 marzo 2013, quando Tommaso, Federico e Marco decisero di fondare Il Milanese Imbruttito, pagina Facebook specchio del loro punto di vista sulle diverse realtà umano-metropolitane di Milano, la città più imbruttita d’Italia.

Milanese Imbruttito, arriva il film “Mollo tutto e apro un chiringuito”

Da domani le realtà narrate dal Milanese Imbruttito sbarcano al cinema, con Mollo tutto e apro un chiringuito, irriverente pellicola prodotta da QMI e distribuita da Medusa, con protagonista Germano Lanzoni nei panni del protagonista – che passa dai palazzi di Citylife ai nuraghi in Sardegna – insieme a Valerio Airò Rochelmeyer, Paolo Calabresi, Benito Urgu e alle special guest Claudio Bisio, Elettra Lamborghini, Favij e Jake La Furia.

Germano, nel film il Milanese Imbruttito esce dalla sua zona di comfort milanese. Come si trova a doversi destreggiare in questa doppia narrazione?
«Da un punto di vista autorale è stata una esperienza costruttiva. Trovarsi in Sardegna, per l’Imbruttito, non sarà facile. Lontano dai comfort del suo habitat naturale sarà per lui un modo nuovo per farsi scoprire dal pubblico, sono molto curioso delle reazioni che avranno».

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Con l’arrivo del mental breakdown l’Imbruttito, però, sa come reagire. Può rappresentare una metafora sulla ripartenza milanese?
«Nel suo momento più buio l’Imbruttito si trova a dare da mangiare ai piccioni in Piazza Duomo, dal punto di vista cinematografico credo sia una scena ad alto impatto emotivo. Da “locomotiva del Paese” – come spesso si autodefinisce – si trova a sentirsi una nullità. In un periodo storico che ha privato alla nostra città la sua leva principale, ovvero il lavoro ed il business, è importante sapersi rialzare».

Ovvero?
«Milano è una città che storicamente insegna a farlo, da ogni sconfitta è riuscita a ricostruire ed acquisire informazioni da chi l’aveva conquistata, come i romani, gli austriaci e i francesi. Come ognuno di noi, il milanese ha davanti a sé la grande opportunità di rimettersi in gioco davanti ad una crisi, e saperlo fare bene fa parte sicuramente del nostro dna».

Cosa ha acquistato l’Imbruttito dopo il periodo di lockdown?
«Al contrario del Giargiana che era bello comodo in smart working, a lui non dispiace affatto riprendere in mano le relazioni sociali – base su cui Milano fonda il suo business -, per cui è felice di rivedere il mondo reale attorno a sé».

Ciò che contraddistingue questo eroe contemporaneo è insito nella sua natura, ovvero una buona dose di autoironia. È questo il suo super potere?
«Ho sempre pensato che l’autoironia fosse una qualità di Milano. Non a caso, quando si arriva in Stazione Centrale, sulla destra c’è la gigantografia che vede ritratti insieme Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Dario Fo che ridono, come se ci dicessero di ridere dinanzi alle difficoltà della vita. Saperlo fare di sé o con sé, è un ottimo modo per sopravvivere in questa giungla assurda».

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