Il nuovo Tintoretto ha la voce di Accorsi

Tintoretto
Tintoretto

Arriva da oggi nei cinema italiani la nuova illustre produzione internazionale firmata da Sky Arte, Tintoretto – Un ribelle a Venezia, l’ultimo docu-film della Grande Arte al Cinema dedicato ad uno degli artisti più influenti del Cinquecento Italiano. Sarà Stefano Accorsi a prestare la propria voce alla suggestiva narrazione (ideata da Melania G.Mazzucco) che porterà il pubblico a stretto contatto con il vissuto del pittore “ribelle”, lungo le vie della Venezia che lui amava e che governava artisticamente con i suoi capolavori. Dopo il debutto italiano (al cinema solo oggi, domani e mercoledì), la pellicola verrà esportata in tutto il mondo.

Appassionato, coraggioso e anticonvenzionale. Quanto Tintoretto c’è in Stefano Accorsi?
«Onestamente non parlerei di coraggio ripensando a tutte le scelte che hanno costruito fino ad ora la mia carriera. Quando Ferzan Özpetek mi propose di interpretare il ruolo di Michele ne Le fate ignoranti sobbalzai di gioia. Ero felice di entrare a far parte di una storia bellissima (venendo a sapere dopo che altri attori prima di me avrebbero rifiutando la parte, avendo paura di farlo). Non parlo di coraggio perché credo che progetti come questi dovrebbero essere più frequenti».

Come i tuoi progetti più recenti…
«L’universo di 1992 – e dei successivi 1993 e 1994 – rappresenta un progetto che nasce da un’idea che volevo vedere rappresentata, ovvero quel mondo politico che ho sempre visto raccontato da un punto di vista esterno. Abbiamo voluto raccontare quel mondo attraverso un tipo di narrazione interna, che a mio parere mancava relativo a quel periodo, che ha segnato profondamente venti anni i storia del nostro Paese. La parte più affascinante del mio mestiere è proprio la possibilità di entrare in “stanze” in cui normalmente non hai accesso».

A proposito di nuove “stanze”, ti vedresti mai emulare le gesta di un artista, prestando non solo la voce ma anche il corpo?
«Non tendo mai ed escludere alcun tipo di progetto. Ben venga anche questa eventuale nuova esperienza. L’importante è si tratti di un progetto valido nel suo racconto, e la nostra arte è predisposta a regalare una serie di spunti significativi dal tesoro ineguagliabile».

Milano è il tuo presente, che rapporto hai con questa città?
«Anche se le mie radici mi portano spesso a Bologna, città che ho amato ma dalla quale sono anche fuggito per fare questo mestiere, Milano è una città che amo profondamente. L’ho scoperta solo da grande, ma trovo tutte le condizioni ideali per poterci vivere serenamente».

Paese di origine: Italia
Durata: 95 minuti
Regista: Giuseppe Domingo Romano
Genere: documentario

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