«Scusate ma l’aeroporto alle 23 chiude e non ci fanno decollare. Dovete quindi scendere dall’aereo»: è questo quello che i musicisti della Scala, reduci dall’ultimo concerto della loro tournée primaverile, si sono sentiti dire dal personale del volo charter che ieri avrebbe dovuto riportarli a Milano.
Niente aereo per la Filarmonica della Scala: cos’è successo
La Filarmonica della Scala, diretta da Riccardo Chailly, si è esibita alla Elbphilharmonie alle 18:30. Terminati i lunghi applausi, i maestri d’orchestra sono corsi a prendere i pullman per l’aeroporto dove sono arrivati poco dopo le 21. Un gruppo di 107 persone in tutto, presente anche l’ANSA. Lunghi i controlli di sicurezza all’aeroporto, anche ai singoli strumenti. Per questo l’orario di partenza dalle previste 22 si è allungato. Poi, con la Filarmonica seduta da tempo in aereo, è arrivato l’annuncio.
Siccome l’aeroporto è in una zona abitata, dalle 23 fino alle 6 vige una no fly zone. In pratica nessun aereo può decollare o atterrare. Tempo per riavere i bagagli che erano già sul volo, l’orchestra è dovuta rimanere a lungo nello scalo ormai chiuso, senza nemmeno un bar aperto. Una volta trovato (con fatica) un albergo per la notte, il gruppo della Filarmonica della Scala è tornato in città per poi ripartire stamattina.