Dentro il mondo degli skater: «Molto più di una tavola»

Tony Hawk, frontside stalefish in bastard bowl
Tony Hawk, frontside stalefish in bastard bowl

La genesi è stata lo snowboard: tutto è iniziato 25 anni fa, quando un gruppo di amici, skater appassionati, ha fondato Bastard, Proudly Made By Those Lazy Italians. Nulla a che vedere con board e rampe.

Un brand dedicato alla declinazione invernale dello skate, lo snowboard appunto: «All’inizio degli anni ’90 il business andava in quella direzione – racconta a Mi-Tomorrow Claudio Bernardini, fra i fondatori di Bastard e punto di riferimento dello skateboarding a Milano – e poi volevamo che lo skate fosse solo un hobby e non un lavoro. Alla fine, abbiamo ceduto e la passione è diventata anche il nostro lavoro che ha trovato casa in un posto molto particolare».

Lo store Bastard (via Scipio Slataper 19) è stato infatti ricavato dalla ristrutturazione dello storico cinema Istria, eretto negli anni ’40 da Mario Cavallè (lo stesso che ha progettato anche le case-igloo alla Maggiolina). Appena entrati si viene accolti in una grande sala dal pavimento vintage, il vecchio foyer e, più avanti, due scenografiche rampe di scale che portano al piano superiore, la platea che ora non c’è più.

Ha lasciato posto ad uno spazio gigantesco che racchiude l’ufficio creativo che, periodicamente, ospita alcuni artisti per eventi e collaborazioni, il magazzino e, sospesa a mezz’aria, una grande bowl che si è aggiudicata il premio ArchDaily Building of The Year del 2009. Uno spazio di 1.300 metri quadrati che ospita session improvvisate sulla tavola, anche di star dello skateboarding italiane e straniere e serate di proiezioni.

«Mettiamo il proiettore e torniamo a essere un cinema con 200 posti – spiega Claudio –. E da un po’ di tempo abbiamo creato anche la Academy Of Skateboarding, per i piccoli amanti della tavola».

Quando hai iniziato a skateare?
«Nel 1977, a sei anni. Un collega di mio padre aveva portato dall’America le prime riviste dedicate allo skate e una delle primissime tavole in commercio. All’epoca era un gioco come un altro e mi sono appassionato maggiormente alla bici. Nell’86 sono tornato allo skate ed è stato amore».

Dove a Milano?
«Al muretto, uno spazio sotto le scale che portavano al Burghy di largo Corsia dei Servi. Un luogo che non esiste più, probabilmente inglobato all’interno di uno dei negozi di corso Vittorio Emanuele. La scena milanese è nata lì, insieme all’hip hop, al writing e alla break dance. Era il nostro ritrovo quotidiano».

Cosa ti ricordi di quei tempi?
«Lo spazio non era niente di speciale: un marciapiedi di marmo e uno scalino con il bordo in metallo, ideale per grindare (scivolare sopra un ostacolo con la parte sotto della tavola NDR). Però tutto è nato da lì: da una parte c’erano i paninari e, dall’altra, i fenomeni vari delle subculture urbane».

Compresi voi…
«Era un movimento che stava nascendo e cercava di trovare un’identità: era un cross over fra il punk hardcore e l’hip hop che si stava diffondendo proprio in quegli anni».

E ora com’è la “scena” milanese?
«È interessante per due motivi: per la sua posizione geografica abbastanza centrale e grazie alle Giunte degli ultimi anni che hanno investito sullo skate».

Come?
«Con nuovi park, rampe, strutture e non vietando lo skate in stazione Centrale».

Qual è stata l’amministrazione della svolta?
«La Giunta Pisapia e, soprattutto, l’assessore Chiara Bisconti: parlava il nostro linguaggio, ha capito il valore sociale dello skate e non il piccolo danno materiale che può causare al muretto o al marciapiede».

Ovvero?
«È stato visto come un plus sociale e mi sembra lampante il caso del piazzale davanti alla Stazione Centrale che altrimenti sarebbe in mano a tossici e spacciatori. E, motivo non da poco, incentiva il turismo. Gli appassionati che sbarcano a Milano non possono non andare in Centrale e filmarsi mentre si cimentano con i muretti della piazza. I filmati poi fanno il giro del web: di fatto, è uno spot».

La Giunta Sala ha proseguito nel filone iniziato da Pisapia?
«Certo, continuano a collaborare con l’associazione Milano Skateboarding di cui sono il presidente. Lavoriamo a fianco di Palazzo Marino per sviluppare nuovi progetti: diamo una mano ai tecnici del Comune per la costruzione di skate park pubblici o su altre iniziative. Presto verrà inaugurato uno skate park a Quarto Oggiaro su cui abbiamo lavorato insieme».

In pratica, offrite una consulenza tecnica da veri esperti.
«Esatto. Del resto, all’interno dell’associazione ci sono architetti, ingegneri, designer: gli stessi che hanno progettato e costruito, insieme all’architetto Lorenzo Bini dello Studio Binocle e molti skater provenienti da tutta Italia, la nostra bowl».

Foto credits: Giuliano Berarducci


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