Milano parla piano, il debutto in italiano di Wrongonyou – Video

Si chiama Milano parla piano il secondo LP (disponibile in cd, streaming e download) di Wrongonyou – pseudonimo di Marco Zitelli – musicista e cantautore romano, al debutto in lingua italiana dopo una serie di preziose collaborazioni con autori e produttori del calibro di Zibba, Dardust e Katoo.

 

Marco, come hai adattato la tua vocalità folk ai testi in italiano?
«L’ho vissuta come una sfida. Ho sempre scritto e ascoltato musica in inglese, mentre da poco ho optato per l’italiano, scoprendo molte affinità con il mio modo di comporre. Non è stato facile all’inizio, dato che scrivere in inglese ti pone davanti ad uno schermo ben preciso, mentre l’italiano ti porta a creare in maniera più fluida. Ora non credo di voler smettere».

Debutti in italiano omaggiando Milano.
«Il caso ha voluto che cominciassi a scrivere in italiano proprio dal mio trasferimento in questa città. Tutto funzionava quando nei testi parlavo di quotidianità e da lì è stato tutto naturale».

In che zona vivi?
«In San Gottardo. Mi piace perché, pur essendo in piena movida, sento un’atmosfera da “paese” che non mi dispiace affatto. Ho anche il mio kebab di fiducia».

Dai castelli romani ai Navigli. Come è stato il passaggio?
«Bello perché vivo per la prima volta in centro città. Ha i suoi lati positivi».

Ovvero?
«Tutte le comodità che una grande città può darti. Milano si sforza di mantenere il passo con le altre città europee, vuole mantenere un certo primato. Funziona bene ed offre belle iniziative per musica e cultura».

E i lati negativi?
«Il cambiamento è stato forte. In precedenza quando avevo bisogno di cinque minuti di calma mi rifugiavo in un bosco, qui mi pare più difficile. Però di posti segreti ne ho trovati».

Nasconde un messaggio Milano parla piano?
«Nasconde quasi una richiesta. “Milano parla piano almeno questa notte”, le chiedo di rallentare il suo movimento frenetico per lasciarmi fare ciò che voglio con i miei tempi».

Vince ancora Roma su Milano?
«Hanno due tipi di caos differenti. Percepisco la frenesia e l’energia di Milano, Roma è a tratti più viscerale, ma rimane il fatto che di Milano si percepisce il suo lato “di classe” non indifferente».


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