Quant’è facile rubare al super

Abbiamo rubato (e mangiato) di tutto. E c'è sempre andata bene. O quasi

Quant’è facile rubare al super
Quant’è facile rubare al super

Dell’esperimento mi resterà impresso soprattutto il finale, la sensazione di essere stato scoperto e la ricerca di una “posizione” che mi mettesse nella “posizione” di essere visto da meno persone possibili.

 

In realtà, lo ammetto, poteva andare molto peggio. Questo per quando riguarda l’esperienza personale. Poteva andare, invece, molto meglio per l’esperimento in sé dal momento che l’ultimo supermercato – o, se preferite, Gdo come va di moda definirli nel mondo del marketing e della pubblicità – è stato l’unico ad evitare il… furto. Avete capito bene.

Quant’è facile rubare al super: l’idea

Lunedì 30 dicembre 2019, antivigilia di Capodanno. Solitamente il giorno più denso per la Grande distribuzione organizzata, dal momento che ridursi a fare la spesa il 31 è più per chi non ha grosse pretese o non è destinato ad ospitare interminabili tavolate per il cenone dell’ultimo dell’anno.

Per questo decido di dirigermi in sei supermercati milanesi con un solo intento: mettere nel carrello un alimento, riuscire a consumarlo all’interno della stessa struttura e nascondere la confezione (vuota, o quasi) in un altro reparto. Nello specifico, fra gli imballaggi delle bottiglie d’acqua da un litro e mezzo.

Facile? Non proprio, perché i supermercati sono organizzati diversamente l’uno dall’altro, non tutti hanno gli stessi alimenti e soprattutto – va detto – non tutti hanno mostrato di avere il medesimo afflusso pur in un giorno tradizionalmente chiave. A scanso di equivoci, specifico a priori che nelle strutture in cui non sono stato “scoperto” ho atteso per quindici minuti esatti che qualche responsabile venisse a contestarmi il consumo dell’alimento, gironzolando con il carrello per le varie corsie.

Una volta trascorso il tempo, ho recuperato l’imballaggio della refurtiva consumata e mi sono diretto verso le casse per pagarla regolarmente con il resto della spesa. È successo cinque volte su sei. Tranne l’ultima. Ma andiamo con ordine.

Quant’è facile rubare al super: sushi

Il mio giro comincia da una di quelle catene che vanno per la maggiore. Parto ambizioso: obiettivo sushi. Scelgo un classico maki da 6 – per chi non li conoscesse, sono dei semplici rotolini di riso ripieni di salmone, racchiusi da un’alga nori di colore nero -. Mi invitano anche per un assaggio, che non rifiuto.

Quindi proseguo nel mio tour consumando i maki ad uno ad uno. Nessun altoparlante con sospettosi messaggi in codice, nessun commesso in più di un reparto: l’operazione fila liscia e dopo un quarto d’ora torno a recuperare la scatolina di plastica vuota. In cassa, l’addetto fatica al passaggio del lettore ottico perché, nell’apertura, ho strappato l’etichetta proprio all’altezza del codice a barre. Null’altro da segnalare.

Quant’è facile rubare al super: pane alle olive

Seconda tappa: in questa grande struttura c’è un’ampia selezione di prodotti di gastronomia già pronti da consumare. Un invito a nozze per l’esperimento in corso. E, dunque, decido di mettere nel carrello due sfiziosi alle olive. Si tratta di due sfilatini arricchiti da numerose olive verdi: un pane particolarmente invitante, non c’è che dire.

Proseguo il mio giro fra i banchi frigo fino a raggiungere le casse d’acqua: qui il mio primo sfilatino è già finito, quindi decido di incastrare la busta fra alcuni imballaggi nascondendola accuratamente. Trascorsi quindici minuti, torno a recuperarla. Anche qui nessuno si è fatto vivo.

Quant’è facile rubare al super: scamorze

Il terzo supermercato è un po’ più piccolo dei precedenti, ma ugualmente vario e soprattutto molto bene organizzato. Non c’è un vero e proprio banco del pesce, in compenso c’è una gran selezione di formaggi. Opto per una confezione di piccole scamorze “da passeggio”, quindi ricomincio il giro perché il reparto acque è troppo vicino per pensare di consumarne anche solo un paio senza dare nell’occhio.

Ma è quando meno me l’aspetto che un imprevisto rischia di complicare il tentativo: incontro un conoscente con cui mi fermo a parlare, continuando peraltro ad ingurgitare scamorze. Un addetto del reparto mi vede, ma non mi dice niente. Congedo il conoscente e proseguo il mio tour avvicinandomi alla consueta corsia dell’acqua: appoggio la confezione su un bancale, sempre ben nascosta, quindi attendo il quarto d’ora canonico prima di tornare a recuperare la refurtiva portandola in cassa. Alla fine ho lasciato due scamorze su sei. In cassa tutto tace.

Quant’è facile rubare al super: vaschetta di prosciutto

Per cercare di mantenere assoluta equità nei giudizi, ho continuato a selezionare “refurtive” salate, così da avere una (teorica) distanza analoga con il reparto dei bancali dell’acqua, prima di dirigermi in cassa. Così ho fatto anche nel quarto supermercato dove ho scelto una confezione di prosciutto cotto in offerta.

Consapevole di dare più nell’occhio, ho consumato con calma un paio di fette tenendo la vaschetta sempre nel ripiano alto del carrello. Ciò non ha impedito l’ammonimento di un addetto, che mi ha pregato di proseguire il consumo all’esterno della struttura, una volta ultimato il pagamento della spesa. Dopo quell’avvertimento, ero praticamente certo che mi avrebbero seguito “smascherando” le mie intenzioni.

Come non detto: faccio un giro un po’ più lungo dei precedenti, deposito la vaschetta praticamente vuota dietro alcune casse d’acqua e proseguo nel tour. Quindi, dopo quindici minuti esatti, torno a recuperare quel che restava del prosciutto cotto.

Quant’è facile rubare al super: misto aperitivo

Per la penultima tappa, torno nel reparto panetteria. Fra preparazioni di ogni genere, c’è un misto per l’aperitivo con brioche salate farcite, pizzette e stuzzicherie ripiene di wurstel. Un genere di prodotto, lo ammetto, per cui è molto difficile scoprire se venga consumato o meno anche perché le vaschette non sono così complicate da aprire e, mangiati due-tre pezzi, i restanti fanno ugualmente la loro figura nella confezione.

Procedo come nei supermercati precedenti: abbandono temporaneamente il packaging fra alcune casse d’acqua e, come da copione, nessuno viene a reclamare il mio comportamento. Torno a recuperare le pizzette avanzate e vado in cassa a pagare la mia quinta spesa.

Quant’è facile rubare al super: fritto misto pronto

E arriviamo all’epilogo, il più o – forse – il meno atteso. Non escludo che averla sempre “fatta franca” possa avermi fatto credere che ci sarei riuscito anche nell’ultima occasione. Per certi tratti la più semplice visto che, all’alba delle sei di sera, il supermercato è particolarmente pieno di gente. Torno ai preparati di gastronomia, anche qui la scelta è varia e di qualità: ci sono più banchi, divisi fra gelatine e sandwich, primi e secondi, formaggi e un banco caldo con pollo, polpette e patatine.

Quant’è facile rubare al super
Quant’è facile rubare al super

Scelgo, coraggiosamente, di consumare parte di un fritto misto freddo. Ma, per questo, non meno buono. Apro la confezione, ma mi si avvicina una signora per cui mollo il colpo per un primo momento. Quindi torno in “postazione” recuperando la medesima confezione. E proseguo il mio tour. L’altoparlante è un continuo di avvisi “interni”: mi preoccupo di essere sempre nella corsia non menzionata. Finché arrivo ai bancali dell’acqua. Procede tutto come al solito: nascondo la vaschetta di fritto e mi appresto a riprendere il tour.

 

 

Qualche passo col carrello, non di più. «Era buono almeno?». Un addetto mi aveva seguito, riportandomi la confezione che avevo abbandonato poco prima. E qui torno al prologo: alla sensazione, divenuta consapevolezza, di essere stato scoperto e alla ricerca di una “posizione” che mi mettesse nella “posizione” di essere visto da meno persone possibili. Finisce lì, poteva andare peggio. Arrivo in cassa e, dopo il passaggio sul lettore ottico, chiedo gentilmente alla commessa di buttare via la vaschetta. E di chiudere virtualmente l’esperimento, a sua insaputa.

Quant’è facile rubare al super: osservazioni

Partiamo da un dato di fatto: la varietà di proposte gastronomiche nella Gdo milanese è immensa, fin esagerata, generalmente di ottima qualità. L’esperimento condotto desiderava semplicemente mettere in luce quanto sia facile consumare un alimento all’interno di un supermercato: la maggior parte delle volte chi lo fa getta poi la confezione in un cestino facendo disperdere fondamentalmente le tracce della refurtiva.

L’ultima struttura, l’unica ad avermi smascherato, può aver adottato un protocollo specifico, ma può anche essere stata guidata dal fato: per questo non sveleremo mai i marchi della grande distribuzione che non sono riusciti a fermare l’esperimento prima che questo potesse compiersi. Daremo solo menzione, com’è giusto che sia, di chi ci è riuscito specificandone anche la sede: si tratta dell’Esselunga di viale Don Luigi Sturzo.

Quant’è facile rubare al super
Quant’è facile rubare al super…ma poi paghiamo!