Hui Zhou Zhao, Fashion Week e la battaglia contro il coronavirus: «Vi prego di aspettarci»

Stop forzato per la stilista cinese Hui Zhou Zhao, che racconta in esclusiva le difficoltà per sopravvivere all’epidemia: «Torneremo ad aprile per il Salone»

hui zhou zhao
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Un equilibrio perfetto. Tradizione e modernità, innovazione e qualità. Hui Zhou Zhao, stilista cinese con un master conseguito al Politecnico di Milano in tasca, dove ha appreso lo charme della moda italiana, riesce alla perfezione a tenere insieme la bellezza classica orientale e l’eleganza senza tempo mischiate con l’avanguardia della contemporaneità.

 

Hui Zhou Zhao, la storia

Una cultura che Hui coltiva da tempo al punto d’aver creato, in Cina, un museo della cultura e della storia della moda.

Combinando tutte le collezioni con il supporto del programma sui beni culturali immateriali della Fondazione HUI, il museo mette in mostra i disegni di costumi d’epoca che vanno dalla dinastia Qing, al ricamo del patrimonio culturale immateriale delle minoranze etniche, al palcoscenico della Repubblica della Cina, all’istituzione della Repubblica popolare cinese, ai tempi di riforma e apertura e, infine, all’era moderna.

L’idea di ereditare e innovare arte e cultura, dotando il valore estetico della moda moderna attraverso il design e la ricreazione, si riflette direttamente nella collezione di moda Hui.

Tecniche ancestrali. «Hui è più di un semplice marchio – racconta la stilista –: è, dal 2016, anche una fondazione basata sulla protezione e promozione delle tecniche artigiane e ancestrali della cultura cinese e ha come obiettivo, attraverso l’arte e il design, quello di studiare progetti di benessere pubblico incentrati sulla riduzione della povertà. La nostra volontà, in particolare, è migliorare la qualità della vita di donne e bambini».

La Fondazione Hui organizza tour culturali per gli studenti delle scuole primaria e secondaria, accompagnandoli nell’hinterland di Guizhou, evitando le attrazioni puramente turistiche e andando solo nei villaggi per entrare in contatto con la gente del luogo.

Fondamentale creare delle relazioni: per gli studenti che si arricchiscono spiritualmente della cultura dei luoghi visitati e per gli abitanti di questi villaggi che, da un punto di vista economico, possono ricevere donazioni.

Contaminazione. Grazie a questi sostegni, le donne locali hanno la possibilità di continuare a lavorare per non disperdere lo straordinario patrimonio di artigianalità e manualità che le rende uniche.

L’identità del brand prende spunto dalle attitudini asiatiche ai ritagli che si mescolano con il rigore del design pulito e minimale, un mood che nasce dalla passione di Miss Zaho per l’arte e la contaminazione con la moda capace di unire più linguaggi. Alle sfilate milanesi di settembre scorso, Hui ha riscosso un grande successo, ma purtroppo all’intensa Fashion Week in pieno svolgimento non partecipa. Facile intuire il motivo.

Hui Zhou Zhao, l’intervista

Hui, da quanti anni è nell’industria della moda?
«Dalla mia laurea, nel 1996. Sono impegnata in questo settore da quasi venticinque anni».

Il suo primo show si è svolto a Milano?
«No, prima di partecipare alla vostra Settimana della Moda, per quindici anni, avevo fatto molti show in Cina e sono stata invitata ad organizzarne in Corea del Sud e in tanti altri luoghi».

Come mai non può partecipare alla Milano Fashion Week, questa volta?
«Perché l’epidemia a Wuhan ha più o meno colpito l’intera città della Cina. Poiché il virus ha una forte trasmissibilità, devi sforzarti e contribuire alla prevenzione e al controllo dell’epidemia nazionale e ridurne la diffusione ai Paesi stranieri, sia dal punto di vista degli individui che della società. Il rischio è troppo forte. Tenendo conto di tutti questi aspetti, per il momento, devo lasciare la fase della Settimana di Moda di Milano».

Come stanno andando le cose in Cina?
«Al momento, oltre a Wuhan, il numero di casi confermati e sospetti in altre province in Cina è diminuito da oltre dieci giorni consecutivi e sono stati dimessi pazienti sempre più curati. Considerando la causa dell’epidemia, molti dipendenti dell’azienda organizzano sostanzialmente riunioni in casa e in ufficio per combattere l’epidemia con un atteggiamento positivo e ottimista. Con gli sforzi di tutta la nazione, crediamo che l’epidemia passerà il prima possibile e la primavera arriverà».

La sua produzione si è bloccata?
«Poiché l’epidemia è avvenuta durante il Festival di Primavera in Cina, la festa si è presto trasformata in emergenza con tanti dipendenti che non sono riusciti a tornare a Shenzhen in tempo. Per proteggere la sicurezza dei dipendenti, l’azienda ha prolungato la vacanza per più giorni. Al momento, abbiamo preparato a sufficienza le misure di protezione e lentamente la produzione riprenderà, così come gradualmente il lavoro d’ufficio ricomincerà. Aspettiamo il punto di svolta dell’epidemia, certi che tutto dopo potrà essere controllato».

Quando tornerete a Milano?
«Ci stiamo preparando per il Salone di aprile e abbiamo abbastanza tempo per preparare la prossima Milano Fashion Week in settembre. Speriamo che Hui possa tornare a Milano con opere più meravigliose sia per la settimana del design che per la moda. Vorremmo sorprendervi ancora. Vi prego di aspettarci».

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