Bambini, così vi spieghiamo il coronavirus

Anche tra i più piccoli serve consapevolezza sulla portata dell’emergenza Covid-19. Costantino (Policlinico): «E' importante poter parlare in modo tranquillo e diretto»

bambini e coronavirus
I disegni realizzati dai bambini per i medici e infermieri sono stati affissi fuori dal Policlinico in via Francesco Sforza

Bambini e coronavirus. Scuole chiuse, genitori a casa, molto più tempo libero. Per milioni di bambini e adolescenti italiani il coronavirus significa stravolgere i ritmi quotidiani.

 

Bambini e coronavirus, parla la dottoressa Antonella Costantino

Alcuni di loro potrebbero sentirsi come in vacanza, anche se le strade vuote, i negozi chiusi e i pochi passanti muniti di mascherina stridono con questa immagine festosa. Per questo è fondamentale spiegare ai più piccoli cosa sia l’allerta Covid-19.

Per raccontare loro al meglio precauzioni, preoccupazioni e una realtà in continua evoluzione. Come? Lo spiega Antonella Costantino, direttrice dell’unità operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Policlinico di Milano e presidente della società scientifica Sinpia.

Comunicazione. «E’ importante poter parlare ai bambini in modo tranquillo e diretto, trovando il giusto equilibrio tra le spiegazioni di cosa sta accadendo e l’insegnamento delle norme base per la prevenzione del contagio. Ma soprattutto, è indispensabile riuscire a trasmettere fiducia. Anche perché i piccoli non aspettano le spiegazioni degli adulti per interpretare il mondo, ma si creano una loro personale idea. Per questo è fondamentale parlare con loro, anche per evitare che la loro idea si formi sbagliata o confusa».

Partire da una situazione che già conoscono, come l’influenza stagionale, può essere d’aiuto. «I bimbi possono avere già avuto familiarità con i suoi sintomi, aver sperimentato un raffreddore o un mal di gola, o la febbre – prosegue -. E possono comprendere facilmente che il virus si trasmette stando a contatto con le altre persone e frequentando luoghi affollati».

Come spiegare invece il cambiamento radicale della vita quotidiana? «Lo spunto migliore è quello di raccontare che è una situazione nuova, per la quale non abbiamo ancora soluzioni adatte, e che giustamente quindi ci preoccupa, perché potrebbe fare ammalare tante persone, troppe tutte in una volta – dice l’esperta -. Non sappiamo ancora quali siano le medicine giuste, e quando avremo disponibile un vaccino efficace.

Questo è un punto di partenza anche per spiegare ai più piccoli l’importanza delle regole di prevenzione, come lavarsi spesso le mani e utilizzare fazzoletti usa e getta. Tutte azioni che possiamo trasformare in gioco, in complicità con gli adulti, dando piccoli incarichi importanti ai bimbi e facendoli sentire coinvolti ma soprattutto che permettono di sentirsi un po’ meno impotenti, c’è qualcosa che possiamo fare che diminuisce il rischio, anche se non lo azzera».

Bambini e coronavirus, rassicurazioni e spiegazioni

Un’altra cosa fondamentale è evidenziare gli aspetti che ci possono sostenere e rassicurare: l’Italia ha una sanità che funziona bene, e ci sono tanti esperti che stanno lavorando per trovare una soluzione. Rispettare le norme igieniche, quindi, è il contributo che ciascuno di noi può dare per diminuire il numero di quelli che si ammalano e tornare al più presto alla vita di tutti i giorni.

Anche il comportamento degli adulti, in ogni caso, è importante. Perché non è facile trasmettere tranquillità e sicurezza quando si è a propria volta preoccupati per se stessi o per la salute di un proprio caro. Un’ansia che, a volte, si può addirittura trasmettere anche senza esserne consapevoli.

«Per questo gli adulti devono imparare a gestire la propria ansia – aggiunge Costantino -. Perché se non siamo in grado di controllare il panico, i bambini lo capiscono subito. Serve mettere in campo strategie che abbassano il nostro stress, come concentrarsi sul respiro, o spostare l’attenzione sulle cose che ci aiutano a stare bene, per riuscire a dare spiegazioni semplici e realistiche, ovviamente adattate all’età del bimbo, ma che non devono dare l’impressione di minimizzare il problema o peggio di sembrare onnipotenti.

E’ meglio essere chiari e dire la verità, e cioè che non sempre quello che accade è sotto il nostro controllo. Il messaggio fondamentale da trasmettere è questo: è un momento difficile, ciascuno deve poter fare il proprio meglio, e bisogna avere fiducia e gratitudine per tutti coloro che stanno lavorando sodo per risolvere il problema, in particolare per chi è nella zona rossa».

Alla fine, l’obiettivo è far vivere ai bimbi questo periodo di crisi il più possibile con serenità e ottimismo, e trovando nuovi modi per mantenere le relazioni anche a distanza.

bambini e coronavirus
I disegni realizzati dai bambini per i medici e infermieri sono stati affissi fuori dal Policlinico in via Francesco Sforza