Un teatro tutto da ascoltare: nasce così Radio Parenti, l’emittente radiofonica online – già attiva su parentionair.it – del Teatro Franco Parenti, fortemente voluta dalla direttrice Andrėe Ruth Shammah. «La radio viaggia con la voce – commenta – è la parola che accende la fantasia, che invita all’ascolto. Il teatro è più forte della pandemia e la radio è amica del teatro, non lo sostituisce ma ne amplifica la prospettiva».
Si può sostenere il progetto attraverso una donazione (da dieci euro in poi) che permetterà poi a chi dona di accedere al beneficio fiscale di Art Bonus.
Radio Parenti, Shammah: «Una nuova forma di divulgazione teatrale»
In cosa consiste il progetto?
«Si tratta di una radio gratuita per tutti, una nuova forma di divulgazione teatrale. L’offerta consiste in produzioni originali e riprese di archivio che vanno a coprire un palinsesto giornaliero di radiodrammi, interviste, rubriche, raccontati direttamente da voci illustri del teatro, come Lella Costa, Giorgio Albertazzi, Luigi Lo Cascio e Lino Guanciale, solo per citarne alcuni. Per noi è una nuova evoluzione, reinventarsi è difficile ma anche appassionante».
Riparte anche la stagione in sala.
«Abbiamo scelto un palinsesto di spettacoli – da giugno a settembre – di teatro di vita pronto a catalizzare un aspetto maggiormente interiore di questa città. Bisogna ricostruire quella comunità che si è rotta: Milano ha sempre dimostrato di avere la capacità di rinascere più di altre città».
Le novità?
«Apriamo oggi alla Sala Grande con Il Filo di Mezzogiorno insieme alla coppia Finocchiari-De Francesco con la regia di Mario Martone, mentre ai Bagni Misteriosi avremo due serate in compagnia di Beppe Severgnini (La cura delle parole, 1 giugno) ed Alessandro Haber (Restiamo in contatto, 8 giugno). Tutto il calendario completo è sul nostro sito».
Verso quale direzione viaggia oggi il teatro italiano?
«Sconfina oltre tutte le certezze: siamo in cerca di un pubblico nuovo, come tutti i teatranti spaesati dopo tanti mesi di silenzio ed incertezza lavorativa. Il mio mestiere da direttore artistico richiede anche questo, saper parlare in varie direzioni senza dimenticare di appassionare il pubblico».