L’Atm mette a disposizione 600 nuovi posti di lavoro, ma purtroppo non riesce a trovare sufficienti candidati. Il motivo? Milano è troppo cara e sono in pochi colori disposti ad accettare un trasferimento nel capoluogo meneghino.
Giana, direttore Atm: «Il problema è la retribuzione»
Secondo il direttore di Atm l’ostacolo alle assunzioni va individuato nella retribuzione offerta, «non così bassa», ma comunque non in grado di tenere la concorrenza con gli stipendi delle aziende di trasporto privato.
Lo stipendio diventa una discriminante fondamentale per poter vivere in una città come Milano, dove nonostante la pandemia e le difficoltà del periodo, gli affitti e il costo della vita in generale continuano a mantenersi su livelli molto più alti rispetto al resto di Italia.
Giana, data l’impossibilità di Atm, di ottenere retribuzioni più alte, punta sul favorire le assunzioni attraverso finanziamenti per ottenere l’abilitazione a guidare i bus e su accordi con le residenze universitarie per offrire ai neo assunti una sistemazione almeno per i primi tempi.
Oltre Atm: cercasi manodopera disperatamente
Tutti pronti a riaprire, ma uno dei gravi problemi del momento per le imprese è reperire gente da mettere al lavoro. Colpa soprattutto dei vari sostegni ai lavoratori che in molti casi, con l’estate alle porte, induce a rinunciare a contratti stabili per mantenere reddito di cittadinanza o disoccupazione. Poi dopo l’estate si vedrà. Nel frattempo, fiocca anche il nero. E’ il rovescio della medaglia della politica di aiuti messi a disposizione dal Governo.
A tutto questo si aggiunge la difficoltà di vivere in una città come Milano. Secondo gli ultimi dati il costo di un alloggio, nonostante la pandemia, resta sui 5.000 euro al metro quadro. Un monolocale in affitto costa in media 800 euro ed affittare una singola stanza in zona centrale può superare i 500 euro.