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04. 05. 2024 07:32

Caso Ferragni, la Cassazione: sarà la Procura di Milano ad indagare

I tre episodi collegati da un "vincolo della continuazione" all'interno di un presunto "medesimo disegno criminoso". Anche lo stretto collaboratore dell'influencer indagato

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La Procura generale della Cassazione ha emesso una decisione fondamentale riguardante Chiara Ferragni (caso Ferragni) e l’azienda dolciaria piemontese Balocco, legato alla sponsorizzazione del pandoro “Pink Christmas”. Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, sarà la Procura di Milano ad indagare sul caso, poiché i contratti tra le società dell’influencer e l’azienda piemontese sono stati firmati nella città lombarda. Questo criterio di competenza territoriale è stato il fattore determinante nel provvedimento emesso dalla Procura generale della Cassazione.

Chiara Ferragni, Caso Ferragni-Balocco
Chiara Ferragni, Caso Ferragni-Balocco

Caso Ferragni, la richiesta di chiarezza inviata alla Cassazione

La decisione di attribuire il caso Ferragni alla competenza a Milano per indagare su possibili reati di truffa aggravata, sia per l’imprenditrice che per Alessandra Balocco, è stata firmata dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Mariella De Masellis. Circa dieci giorni fa, il procuratore aggiunto milanese Eugenio Fusco aveva sollevato la questione della competenza territoriale davanti alla Cassazione, mettendo in discussione quale procura dovesse occuparsi del caso del pandoro “Pink Christmas”, prodotto dall’azienda con sede in provincia di Cuneo. In base all’articolo 54-bis del codice di procedura penale, l’aggiunto Fusco aveva richiesto chiarezza sulla competenza investigativa in relazione a questo caso.

Caso Ferragni, pandoro-uova e mascotte legati da un “vincolo della continuazione”

La Procura di Milano, nella documentazione inviata a Roma, ha anche menzionato due altri casi che sono stati oggetto di attenzione da parte dei pm milanesi. Si tratta delle uova di Pasqua prodotte dall’azienda Dolci Preziosi e di una bambola denominata “Mascotte Chiara Ferragni”, sviluppata in collaborazione con Trudi. Chiara Ferragni è indagata a Milano per truffa aggravata anche in relazione a questi due casi. Nel caso delle uova di cioccolato, è coinvolto anche il proprietario della Dolci Preziosi, Franco Cannillo. Gli inquirenti milanesi hanno ritenuto che i tre episodi fossero collegati da un “vincolo della continuazione” all’interno di un presunto “medesimo disegno criminoso”. Anche Fabio D’Amato, stretto collaboratore di Chiara Ferragni, è indagato per truffa aggravata per i casi del pandoro e delle uova di Pasqua nell’inchiesta della Procura di Milano

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Caso Ferragni, l’inganno verso i consumatori

La questione di competenza per il caso del pandoro è stata risolta dalla Cassazione, ma per gli altri due casi non sono stati sollevati conflitti e, pertanto, le indagini da parte degli inquirenti milanesi proseguiranno. L’accusa generale in questi casi riguarda la vendita di prodotti sponsorizzati da Chiara Ferragni attraverso i suoi canali social, con l’accusa di aver ingannato i consumatori facendo loro credere che i proventi andassero in beneficienza.

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