Il centro di milano chiuso alle auto sarà realtà. Una rivoluzionaria proposta è stata annunciata dal Sindaco di Milano Beppe Sala: a partire dal 1° settembre 2024, il Quadrilatero della Moda allargato fino a corso Matteotti, via Case Rotte e via Manzoni, sarà chiuso alle auto private. Tale provvedimento, anche se limitato ad una piccola area, rappresenta un’azione storica, come sottolineato dal Sindaco.
Centro di Milano chiuso alle auto, l’annuncio
L’obiettivo è quello di dimostrare l’impegno dell’ente pubblico e di spingere i privati a fare altrettanto. La zona sarà controllata da telecamere e le multe verranno fatte alle auto in ingresso. Tale misura si concentrerà su un’area di shopping, dove i taxi e i mezzi pubblici saranno comunque autorizzati ad entrare.
Centro di Milano chiuso alle auto, le parole di Sala
«È una piccola cosa, una cosa storica. Da lì, poi ci allargheremo. Fidatevi del fatto che agiremo con buonsenso e, inesorabilmente, metteremo in campo qualcosa che va in quella direzione. Le macchine private non potranno entrare, a meno che non siano macchine di qualcuno che vive all’interno, che possiedono un garage o che poi vengono parcheggiate nei silos».
Centro di Milano chiuso alle auto, il futuro
Il Sindaco ha anche escluso l’accesso alle supercar, sperando di ridurre il traffico. Ci sono state già reazioni contrarie alla proposta ma il Sindaco ha risposto alle critiche dimostrando la piena approvazione delle case di moda presenti sul posto. In futuro, l’area potrebbe essere destinata alla pedonalizzazione.
Centro di Milano chiuso alle auto, reazioni
Il consigliere comunale Enrico Fedrighini ha subito reagito via social all’annuncio del centro di Milano chiuso alle auto: «Il “centro del centro” di Milano chiuso alle auto: ma il resto della città continua a soffocare? Vorrei poter affermare che la dichiarazione odierna del sindaco Sala (“entro la fine del 2024 verrà chiusa una limitata area del centro città, comprendente il quadrilatero della moda. corso Matteotti e via Case Rotte fino a via Manzoni”) rappresenta finalmente una notizia importante per i polmoni dei milanesi e la mobilità urbana di Milano. Ma non ce la faccio, per tre ragioni.
1) è ovvio e condivisibile, come dice Sala, procedere per gradi: ma insieme a questo provvedimento molto limitato, il sindaco avrebbe dovuto comunicare una data entro cui avviare misure finalizzate a incidere sui quasi 700.000 veicoli che ogni giorno entrano e circolano in Area B
2) agire solo su una porzione limitata del centro, quella maggiormente frequentata da turisti e operatori della moda, trascurando il restante 99% della città che soffoca e rischia in mezzo al traffico automobilistico, significa accentuare una caratteristica purtroppo emergente nella Milano attuale: un modello di “iniquità urbanistica”.
Spendere risorse pubbliche per consentire di muoversi a piedi o in bicicletta in corso Matteotti o nel quadrilatero della moda sarà sicuramente carino, ma vorrei la stessa attenzione per pedoni e ciclisti di viale Monza o via Primaticcio o Lorenteggio
3) il sindaco non se la può cavare su Area B dicendo che “oggi le auto che entrano a Milano sono meno inquinanti”: ormai l’inquinamento urbano deriva dal numero di veicoli che circolano, inclusi gli ibridi ed elettrici: tutti producono “particolato secondario” rimescolando polveri e inquinanti, oltre a congestionare lo spazio pubblico, penalizzare il trasporto pubblico di superficie e mettere rischio la mobilità pedonale e ciclabile. Milano è la città europea più congestionata dal traffico urbano: insieme all’1%, occupiamoci del restante 99%».
