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16. 04. 2024 11:40

Come cambia il reddito di cittadinanza: le nuove regole e gli effetti sui milanesi beneficiari

Dal 2023 il sussidio subirà degli accorgimenti e per tanti nel 2024 verrà definitivamente abolito

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Come cambia il reddito di cittadinanza? Sono 404mila i nuclei familiari interessati dalle nuove regole sul sussidio introdotte dalla manovra di bilancio, tra questi anche i milanesi che lo percepiscono. Secondo quanto calcolato nella Relazione tecnica alla misura, i dati Inps indicano in 1,039 milioni il numero medio annuo dei nuclei beneficiari: di questi i nuclei interessati sarebbero appunto oltre 400mila, mentre 635mila non sarebbero toccati.

Come cambia il reddito di cittadinanza: le parole di Meloni

Le novità stabiliscono che nel 2023 i percettori occupabili tra 18 e 59 anni percepiscano il sostegno per massimo 8 mensilità. Restano esclusi i nuclei con la presenza di minori, di anziani sopra i 60 anni e di disabili. «Siamo fedeli ai nostri principi si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare il reddito di cittadinanza si abolirà alla fine del prossimo anno, non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro», afferma la premier Giorgia Meloni, che ha spiegato come cambia il reddito di cittadinanza.

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Il reddito di cittadinanza a Milano

Il reddito di cittadinanza in questi anni è diventato sempre più presente a Milano: nell’ultimo triennio è raddoppiato il numero di nuclei familiari che lo hanno percepito, passando da 32.322 a 64.883. Secondo i dati dell’Inps, nel 2021 le persone appartenenti ai nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza erano 133.265, con un incremento del 5,7% rispetto al dato dell’anno precedente, quando erano 125.997. Cresciuto parallelamente anche il valore medio dell’indennizzo, che nel 2020 era di 486,82 euro e adesso è pari a 497,86 euro.

Le domande degli assistenti sociali

Dopo aver visto come cambia il reddito di cittadinanza, gli assistenti sociali hanno espresso le loro perplessità. «Ben vengano i controlli, ben vengano i corsi di formazione, ben venga la possibilità di coesistenza tra lavori stagionali e Reddito di cittadinanza, ma no alla semplificazione sulla povertà, perché, come ripetiamo da anni, lo stato di indigenza non è sempre legato alla mancanza di lavoro», dichiara il presidente degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi. «Alla luce di quanto illustrato anche dal ministro del Lavoro, vorremmo capire chi sarà a decidere chi è occupabile e a quanto corrisponda un’offerta congrua».

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