“Cose in comune” è partito. Stiamo parlando delle dirette Instagram del sindaco Beppe Sala che ha deciso di intervenire via social per parlare coi cittadini, come ha lui stesso spiegato martedì mattina: «Grazie per la partecipazione e a chi mi ha già scritto. Faremo una diretta Instagram alla settimana per tanti mesi. Sono pronto ad accogliere critiche ma cerco anche suggerimenti su tante cose che stanno a cuore a tutti noi”.
Cose in comune, i temi
«Ho scelto un tema di cui tanto parlano e mi chiedono, ovvero lo stadio. Parleremo anche di sicurezza, Olimpiadi, taxi e scali ferroviari. Per quanto riguarda le buche stiamo intervenendo con tre volte le persone che intervengono normalmente. Non basta fare la toppatura, abbiamo approntato un piano per riasfaltare dove serve».
Cose in comune, lo stadio
«Parliamo dello stadio ma anche di un quartiere delicato come quello di San Siro in cui abbiamo il dovere di fare di più. Questa storia è iniziata tempo fa quando Inter e Milan sono venuti da me per un impianto di proprietà. Inizialmente non volevano ristutturare il Meazza e io per evitare che uscissero dal confine gli ho proposto diverse aree, scartate. Il vincolo della sovraintendenza ha cambiato le carte in tavola. A quel punto i due club sono tornati da me dicendomi che avrebbero provato ad andare fuori Milano. Io non dico che è impossibile fare uno stadio a San Donato ma dico che non è una passeggiata, conoscendo le regole dell’amministrazione».
Cose in comune, il futuro
«Non voglio dire nulla sull’indagine in corso ma sto chiedendo sia a Inter che Milan se sono sicuri di voler investire oltre un miliardo di euro per un nuovo impianto. WeBuild mi ha proposto uno studio pro bono per capire se si può ristrutturare mentre le squadre continuano a giocare. Ci ha chiesto un po’ di tempo, fino a giugno. Se le squadre dovessero comunque andarsene proverei comunque altre vie per non lasciare lo stadio abbandonato. Il mondo della musica dal vivo è un business molto importante e a loro interesserebbe. Tutto si può fare meglio ma San Siro è casa».
