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27. 07. 2024 04:07

Inchiesta sul Cpr di via Corelli a Milano: l’appalto della vergogna

Cibo, maleodorante, cure negate, sporcizia

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Nel Centro di Permanenza e Rimpatrio – CPR di via Corelli – a Milano, la situazione alimentare è descritta come “maleodorante”, con notevole assenza di presidi sanitari. Le visite di idoneità alla vita in una comunità ristretta sono così poco restrittive da consentire la presenza di individui tossicodipendenti, epilettici e malati oncologici. Inoltre, la Procura di Milano ha individuato un regime quasi medievale all’interno di questa struttura, che è sotto il controllo del Ministero dell’Interno.

Cpr Milano Corelli
Cpr Milano Corelli

Cpr di via Corelli, la Prefettura di Milano non si è accorta della grave situazione

Sorprendentemente, la Prefettura di Milano sembra non essersi accorta di queste condizioni nel Crp di via Corelli, nonostante la gestione dell’installazione sia stata affidata alla Martinina Srl con un appalto di 4,4 milioni di euro poco più di un anno fa. La Prefettura non ha effettuato controlli nel periodo trascorso da allora. Tuttavia, dopo le perquisizioni della Finanza e l’iscrizione nel registro degli indagati di Alessandro Forlenza e di sua madre Consiglia Caruso, rispettivamente responsabile del centro e amministratore della società, la Prefettura ha emesso una nota per spiegare come “nell’ambito della costante attività di monitoraggio erano emerse criticità gestionali”.

Indagini facilitate grazie dalle relazioni del Naga e del parlamentare De Falco

Problemi legati alle discrepanze nelle ore contabilizzate dai lavoratori sono emersi come principale criticità, senza alcuna menzione sulla gestione effettiva del centro. Queste problematiche sono emerse nel corso di un mese di indagini condotte dalla Procura sul Cpr di via Corelli, che hanno portato alla luce due reati: frode nelle forniture pubbliche e turbativa d’asta. Le indagini sono state facilitate dalle relazioni del Naga e del parlamentare del Movimento 5 Stelle, Gregorio De Falco, entrambi interrogati dai pm.

Cpr di via Corelli: nessuna mediazione culturale

Forlenza e Caruso hanno impiegato “accorgimenti ingannevoli mirati a simulare l’esecuzione del contratto di appalto in conformità agli obblighi assunti”, eludendo così la sorveglianza della Prefettura. Pertanto, secondo quanto affermato dagli inquirenti, non è stata effettuata alcuna mediazione culturale, e le prestazioni sanitarie non sono state fornite a causa di una presunta “mancanza di fondi”.

Colloqui psicologici affidandosi al “feeling”, ospiti imbottiti di psicofarmaci

Al Cpr di via Corelli era consuetudine tenere colloqui psicologici fatti da chi non parla la lingua degli ospiti e si affida “al feeling personale”. Cibo deteriorato al posto di “ingredienti biologici”. Assenza totale di servizi di consulenza legale, mancanza di spazi per attività culturali o sociali, con gli ospiti che, immersi in psicofarmaci, sono lasciati liberi di vagare.

Note di accordo falsificate e firme contraffatte

Tutto ciò, nonostante nei documenti della gara pubblica promossa dalla Prefettura, attualmente sotto esame da parte degli inquirenti, siano presenti note di accordo falsificate e firmate (senza il loro consenso) da società sportive, supermercati e persino dal Centro Islamico Italiano. Si tratta di timbri e firme “contraffatte”, come quella del presidente della Ssd Scarioni, deceduto due anni prima dell’affidamento.

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