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26. 04. 2024 00:47

Duomo di Milano candidato a Patrimonio dell’Umanità, avviate le pratiche con l’Unesco

La richiesta non riguarda solo la cattedrale ma tutta la Fabbrica dalle cave di marmo di Candoglia fino al museo.

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Strano ma vero: il Duomo di Milano non è nella lista dei monumenti Patrimoni dell’Umanità tutelati dall’Unesco. Almeno fino a oggi, visto che l’’assessorato alla Cultura della Regione Lombardia si è mosso per candidare il simbolo del capoluogo lombardo, che andrebbe così a unirsi a una lunghissima lista in cui figurano già altre prestigiose cattedrali come quelle di Notre Dame, Chartres e Colonia.

Duomo di Milano, Unesco

Nonostante la fama mondiale del Duomo di Milano, nei giorni scorsi la rappresentante italiana dell’agenzia specializzata dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per due giorni ha visitare l’intero sistema. Questo perchè la richiesta non riguarda solo la chiesa ma tutta la Fabbrica dalle cave di marmo di Candoglia fino al Museo.

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Duomo di Milano, la candidatura

La procedura per la candidatura non è banale, partendo dal fatto che il bando è triennale. C’è tempo stavolta fino al 31 marzo. Entro il 30 giugno, il segretariato nazionale studia le richieste e i fascicoli ed entro il 30 settembre devono pervenire le integrazioni. Nel secondo anno avviene la valutazione delle candidature nazionali ed entro giugno si possono conoscere i Beni iscritti alla Tentative list. Il Duomo, candidato per la World heritage list, potrà quindi diventare patrimonio dell’umanità nel 2025.

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Il gargoyle del Duomo di Milano

In pochi ormai se lo ricordavano ma dopo 80 anni il Duomo di Milano intanto riabbraccia il suo gargoyle rubato. Tutto merito dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza che hanno finalmente rintracciato e sequestrato il dragone alato di cui si erano perse le tracce dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

La storia merita di essere raccontata dall’inizio: il gargoye si era distaccato dalla parete della cattedrale in seguito a un bombardamento nel 1943. Il problema è poi era stato rubato e rivenduto, come è stato ricostruito. Il pezzo infatti è risultato di provenienza delittuosa perché venduto, in violazione di quanto stabilito dalla normativa in materia di alienazione di beni culturali, da una galleria d’arte meneghina il cui rappresentante aveva esportato illecitamente il bene all’estero.

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