Milano è la città con il numero più alto di furti e rapine ogni 100mila abitanti: a decretarlo è la classifica dell’indice di criminalità 2023 stilata dal Sole 24 Ore con i dati forniti dal Viminale relativi alle denunce alle forze dell’ordine. I numeri più recenti mostrano che nel 2022 la città ha registrato 6.991 reati denunciati ogni 100mila abitanti, con un preoccupante incremento del 3,5% nel primo semestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Indice di criminalità 2023, Milano tristemente al top
Nel report, che fa parte dell’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, troviamo Rimini al secondo posto e Roma a completare il podio. L’edizione dello scorso anno vedeva Milano al secondo posto, alle spalle proprio di Rimini. I numeri dicono che per Milano è un ritorno al passato: nel 2007 erano stati 2.700 gli episodi di rapine in pubblica via in 12 mesi. In aumento anche il numero dei furti: 2.943 denunce ogni 100mila abitanti nel 2021 contro i 3.871 del 2022. In controtendenza i dati su truffe e frodi informatiche: da 698,9 casi ogni 100mila abitanti nel 2022 a 622,1 quest’anno.
Indice di criminalità, Milano è davvero una Gotham City?
Numeri che confermano come il problema sicurezza sia il tema prioritario per la città, da tanti definita una sorta di Gotham City. Per mettere un freno all’emergenza, il sindaco Sala – sotto attacco da più parti – ha deciso di prendere in mano le redini dell’annosa questione nominando l’ex capo della polizia Franco Gabrielli suo nuovo delegato alla sicurezza. «Io so quello che sto facendo – aveva detto polemicamente il primo cittadino, incalzato dalla stampa sul tema – se il governo sta mettendo le stesse forze in campo vediamo. Sta sentendo con la stessa intensità il problema?».
Indice di criminalità 2023, Sala cerca aiuto dal governo
Secondo Sala servirebbe dunque un aiuto in più dal governo: «Io lo chiedo da sempre. Poi, diciamoci la verità, le nostre forze dell’ordine hanno visto in questi ultimi anni una riduzione degli organici. Ora mi sembra ci sia un tentativo di invertire la tendenza, resta il fatto che tra quelli che vanno in pensione e quelli che escono, servono più organici. Così come anche in altri settori, dalla scuola alla sanità. Ma il controllo con tutta la tecnologia disponibile va fatto con uomini e donne in campo in divisa. Io lo chiedo da sempre, speriamo – ha concluso – di ottenerlo».
