Milano è una delle città più intolleranti su twitter. A dimostrarlo la “Mappa dell’intolleranza 5.0” disegnata da Vox, l’osservatorio italiano sui diritti che fotografa l’odio via social geolocalizzando i tweet.
La classifica. Milano sfiora solo il primato in questa poco onorevole classifica. Davanti a lei, Roma che lancia ogni anno 45,070 tweet d’odio contro i “soli” 18.026 milanesi. Il bersaglio dei cosiddetti leoni da tastiera si è focalizzato su tre categorie in particolare: donne, ebrei ed islamici.
Le principali donne nel mirino sono le lavoratrici, mentre l’odio razziale ha raggiunto dei picchi in occasione del compleanno di Liliana Segre e durante la liberazione di Silvia Romano. Nell’anno della pandemia l’ odio si ramifica così secondo la statistica: ben il 49,91% è rivolto alle donne. A seguire ebrei (18,45%), migranti (14,40%), islamici (12,01%), omosessuali (3,28%) e disabili (1,95%).
«Fattore determinante nell’analisi di quest’anno, che ha riguardato il periodo marzo – settembre 2020, è stato lo scatenarsi della pandemia da Covid-19 – spiegano i ricercatori – ansie, paure, difficoltà si sono affastellate nel vissuto quotidiano delle persone, contribuendo a creare un tessuto endemico di tensione e polarizzazione dei conflitti. Si odiano le categorie sociali più esposte ai cambiamenti e agli adattamenti necessari per superare l’attuale crisi pandemica».