Buone notizie per quanto riguarda il glicine di piazzale Baiamonti. L’assessora milanese all’ambiente Elena Grandi ha ribadito il suo impegno nella protezione dell’albero durante una conferenza stampa a Palazzo Marino. «Abbiamo preso le misure necessarie per proteggerlo», ha dichiarato, facendo riferimento alla recente controversia riguardante la sua conservazione.
Piazzale Baiamonti, il glicine
Questo glicine, situato nell’area destinata al Museo nazionale della Resistenza, è stato al centro di una battaglia tra residenti, gruppi ambientalisti e consiglieri comunali, con il coinvolgimento anche del comico Giovanni Storti del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Una petizione con decine di migliaia di firme ha dimostrato l’ampio sostegno pubblico alla causa.
Piazzale Baiamonti, il Museo della Resistenza
Il progetto del Museo della Resistenza è stato infine modificato per preservare il maggior numero possibile di alberi, sebbene alcuni tigli siano stati abbattuti e il glicine stesso sia stato potato. «Abbiamo apportato modifiche in corso d’opera per salvare il maggior numero possibile di alberi. Abbiamo anche previsto una struttura nel progetto che permetterà al glicine di crescere di nuovo, mantenendolo come simbolo del Museo della Resistenza. Sta già ripartendo dopo la potatura».
Piazzale Baiamonti, il Comitato Verde Comune
Tuttavia, il Comitato Baiamonti Verde Comune ha espresso preoccupazione per le dimensioni e l’aggressività della potatura subita dal glicine, sottolineando le preoccupazioni per il suo futuro. «L’assessora Grandi prende il merito per aver salvato il glicine, ma questa affermazione è al di là del ridicolo», ha commentato Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Europa Verde. Ha inoltre ricordato il ruolo significativo dei cittadini, dei comitati e dei rappresentanti politici nella difesa dell’albero, criticando il cambiamento di posizione da parte del sindaco Beppe Sala sulla questione. «Oggi ci troviamo di fronte a una mancanza di trasparenza e riconoscimento per l’impegno di tante persone in questa battaglia», ha concluso Monguzzi.