Nella giornata di ieri il nome di Pietro Diomede, fino ad allora non così conosciuto, è diventato un trend tropic. Il motivo? Il suo tweet di pessimo gusto sulla vicenda di Charlotte Angie, l’attrice porno fatta a pezzi dal suo vicino di casa.
Pietro Diomede: «Spero che questo casino possa dare visibilità a Zelig»
Il suo tweet ha scatenato le reazioni indignate di migliaia di utenti e pesanti accuse da giornalisti come Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli. La sua partecipazione a Zelig prevista per il 12 aprile è stata anche annullata. Tuttavia, Pietro Diomede in un’ intervista concessa a MOW, si dichiara non pentito e nemmeno preoccupato per l’accaduto.
«Se fosse morto fatto a pezzi un attore hard, mettiamo pure Rocco Siffredi, nessuno si sarebbe scomposto davanti a una battuta sul suo cazzo», ha dichiarato il comico. Inoltre, Diomede ribadisce quanto questa vicenda stia portando pubblicità a Zelig e distogliendo l’attenzione sul vero criminale della vicenda, ovvero Davide Fontana, l’assassino di Charlotte Angie.
«Spero che tutto il casino che è scoppiato possa dare visibilità a questa serata del 12 aprile allo Zelig – ha aggiunto -. Intanto il mio nome è in trending topic su Twitter, cosa che non era riuscita nemmeno al programma quando è andato in onda dagli Arcimboldi con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada».
Tuttavia, Pietro Diomede si dichiara basito per come Zelig abbia comunicato la sua esclusione del programma. «Mi sono sentito trattato come una sorte di criminale – ha ribadito -, quando Davide Fontana, l’assassino di Carol – tengo a chiamarla Carol perché tutti quelli che danno notizia della sua morte usano il suo nome d’arte, Charlotte Angie – Davide Fontana me lo immagino ora in carcere a chiedersi: “Oh, ma come mai nessuno parla di me e stanno tutti dando dello stronzo a Pietro Diomede?”. Capisci che è surreale questa cosa?».
Alla fatidica domanda se fosse pentito di aver postato l’infelice tweet ha risposto: «No. Né di quella su Carol né di tutte le altre che trovate e troverete sempre sui miei profili . E a maggior ragione, l’idea di scusarmi non mi è passata neanche per l’anticamera del cervello. Non lo farò mai».