San Biagio, l’ultima fetta di panettone per i milanesi?

Perché il 3 febbraio si mangia l’ultima fetta di panettone? Tuto nasce da una leggenda e un’antica usanza milanese

San Biagio
San Biagio

Biagio di Sebaste. E’ questo il nome completo di colui che conosciamo come San Biagio, è vissuto tra il III ed il IV secolo in Armenia.

 

San Biagio, la storia

Sappiamo poco della sua vita, ma quel che è certo è che fosse un medico oltre che vescovo. Esercitò professione e vocazione in un periodo tumultuoso: erano infatti in corso le ostilità tra le due parti dell’impero romano.

Ad Occidente con l’imperatore Costantino e ad Oriente con Licino. E cosa peggiore per San Biagio: l’impero non si era ancora convertito al cristianesimo e le persecuzioni in Armenia era davvero dure.

San Biagio, infatti, venne catturato dai Romani e visto il suo rifiuto a rinnegare Cristo, venne torturato con dei pettini di ferro, quelli usati per cardare la lana ed infine decapitato.

Storia. La leggenda racconta che proprio nel percorso che San Biagio dovette affrontare prima del martirio, incontrò una donna il cui figlio stava soffocando a causa di una lisca di pesce che gli era rimasta in gola. Biagio di Sebaste, che era sì un medico, preferì benedirlo e tanto bastò non solo per far sparire la lisca ma per gridare al miracolo.

Il giorno. Quel gesto ancora oggi viene ricordato il 3 febbraio tanto in Occidente quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella nostra tradizione c’è un momento particolare nel mezzo della celebrazione liturgica: l’introduzione di una speciale benedizione alle gole dei fedeli, impartita incrociando due candele, che hanno preso il posto dell’antico olio benedetto.

Il dolce del Santo

Al di fuori del mondo ecclesiastico, ogni città ed ogni Paese ha un modo diverso per celebrare San Biagio, ma tutti con un obiettivo comune: salvaguardare la gola. A Milano San Biagio è il giorno in cui si mangia l’ultima fetta di panettone, quella avanzata non per caso, dalle festività natalizie.

Tutti sanno infatti che quell’ultima fetta fa conservata per più di un mese per uno scopo preciso: essere mangiata il giorno di San Biagio come gesto propiziatorio contro raffreddore e mal di gola. “San Bias el benediss la gola e el nas“, ci ricorda il dialetto milanese: tradizioni, leggende e superstizioni, sicuramente.

Ma è difficile trovare qualcuno a Milano, giovane o meno giovane, che il 3 febbraio non sia alla ricerca di quell’ultima fetta avanzata.

San Biagio
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