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27. 04. 2024 20:43

“La scuola dei talenti”, il libro del ministro Valditara contro i «diplomifici»

Compito degli istituti scolastici deve essere quello di saper valorizzare i talenti di ognuno. Non ci devono essere promossi tra gli studenti non meritevoli

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«Una norma contro i diplomifici», annuncia il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara durante la presentazione del suo libro “La scuola dei talenti” presso Auditorium di Gladus, uno tra i più grandi enti in Lombardia di formazione professionale ed inserimento lavorativo.

ministro valditara firma copie libro
ministro Valditara firma copie libro

“La scuola dei talenti”, lo studente al centro del progetto

La scuola dei talenti è una scuola al servizio dello studente, e lo studente è al centro del progetto. Compito della scuola deve essere quello di saper valorizzare i talenti di ognuno. Non ci devono essere scuole che promuovono studenti non meritevoli. Inoltre, il ministro Valditara traccia il percorso da seguire per le scuole con la regola delle “due L”.

Libertà, così come è stata descritta dal professor Cesana, ovvero di volere le cose giuste, cioè la verità, ciò per cui la vita è fatta, e lavoro perché, se la scuola non dà una prospettiva professionale non assolve al suo compito. Per Massimiliano Tonarini, presidente dell’associazione Cdo Opere Educative, la scuola dei talenti esiste già, ed una di queste è l’ente Gladus.

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Ministro Valditara: «Chi occupa impone alla maggioranza la rinuncia ad un proprio diritto»

In merito alle polemiche sulla sua persona, il ministro Valditara ha dichiarato che farà maggior attenzione alla comunicazione, dato che alcune sue dichiarazioni sono state fraintese. Continua però il suo pugno duro in merito alla questione occupazioni, citando innanzitutto il ’68, periodo che a suo dire ha lasciato un’eredità negativa secondo la quale esistano solo diritti e non più doveri.

«Chi occupa è una minoranza, che impone alla maggioranza di rinunciare ad un proprio diritto» dichiara il ministro concludendo: «Sono stato al Liceo Severi di Milano dopo l’occupazione e ho visto i disastri che sono stati fatti. In questi casi gli alunni devono essere identificati. Chi rompe paga».

 

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