Ai tempi della prima elezione di Beppe Sala a sindaco di Milano diventò virale un gustosissimo video del “Terzo Segreto di Satira”, il collettivo milanese che con ficcante ironia racconta molto della nostra società. In quel video pre elettorale il protagonista arrivava a ripetere come un mantra la seguente frase: «È la giunta che conta» per convincersi a votare il candidato del centrosinistra, all’epoca visto da una parte della sinistra come lontano dalla propria tradizione.
Giunta di Milano, la scelta di Pisapia
Il video coglieva un punto importante: l’amministrazione di Giuliano Pisapia era stata infatti contraddistinta da un livello di collegialità notevole e da una composizione della squadra fatta da diversi elementi di primo piano della politica cittadina. In parte per carattere, in parte per modo di vedere la politica, Pisapia non aveva accentrato su di sé ogni aspetto del dibattito pubblico e del lavoro quotidiano. Del resto era un sindaco che veniva da una storia politica ben precisa.
Giunta di Milano, cosa è cambiato
La sensazione oggi di diversi cittadini, invece, è che si sia ribaltata la situazione. La giunta di Milano sembra infatti sempre meno centrale nell’amministrazione (e anche i presidenti di Municipio, a dir la verità) e, complice anche il tema del secondo mandato che per certi versi “libera” il primo cittadino da vincoli determinati dalla prospettiva della rielezione, il sindaco sembra l’unico attore politico della maggioranza in città. A questo si aggiunge la sensazione di un calo di qualità della squadra, complice anche l’esplosione dei social che fanno sì che chi fa politica cerchi di essere più influencer che amministratore. La domanda che ci si pone è: quanto conta la giunta di Milano, oggi?