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04. 05. 2024 19:30

Stipendi, a Milano i dipendenti più pagati d’Italia (ma col reddito peggiore)

A Milano i dipendenti hanno gli stipendi più alti d'Italia ma analizzando bene i numeri c'è ben poco per cui stare allegri

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A Milano i dipendenti hanno gli stipendi più alti d’Italia ma analizzando bene i numeri c’è ben poco per cui stare allegri. È quanto emerge dalle elaborazioni provinciali realizzate dal Centro Studi Tagliacarne sulle voci che compongono il reddito disponibile a prezzi correnti. E proprio qui, come si suol dire, casca l’asino…

Stipendi a Milano

Nel periodo che va dal 2019 al 2021, quindi in piena pandemia, a Milano si sono registrati aumenti che hanno portato a uno stipendio medio di 30.464 euro, due volte e mezzo la media nazionale di 12.473 euro e, tanto per fare un esempio, nove volte più alto di quello di Rieti fanalino di coda nella classifica retributiva. Il problema però è che nel capoluogo lombardo il reddito da lavoro dipendente rappresenta oltre il 90% del reddito disponibile (ovvero il reddito che rimane al netto delle tasse e degli oneri sociali di un nucleo familiare) contro il 23,9% di Rieti e il 63,1% della media nazionale.

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Stipendi, dichiarazioni

«L’analisi dimostra che la geografia delle retribuzioni è diversificata territorialmente, e sotto vari aspetti non rispetta la tradizionale dicotomia Nord-Sud – ha commentato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne -. Infatti, se confrontiamo la graduatoria del pil pro capite (che misura la produzione della ricchezza) con quella delle retribuzioni, vediamo che nel primo caso praticamente tutte le ultime trenta posizioni sono appannaggio di province meridionali (con la sola eccezione di Rieti), mentre in quella delle retribuzioni pro-capite troviamo ben 10 province del Centro-Nord, il che induce a riflettere sulle politiche dei redditi a livello locale».

Stipendi e rincari

Il costo della vita intanto continua ad aumentare, a partire dai mezzi. Ricordiamo che da lunedì 9 gennaio, è entrato in vigore infatti il nuovo sistema che ha mandato in pensione i ticket da 2 euro, che peraltro sembravano già salati a molti. L’Agenzia del trasporto pubblico locale (l’ente che si occupa di programmazione, organizzazione, monitoraggio e promozione dei servizi nei territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia) ha deliberato un adeguamento delle tariffe.

Il biglietto Atm singolo per bus, tram e metro è passato da 2 euro a 2,20; il ticket giornaliero è salito da 7 euro a 7,60; quello valido tre giorni da 12 a 13 euro; il carnet per dieci viaggi da 18 euro a 19,50. Non hanno subito alcuna variazione i prezzi degli abbonamenti urbani mensile e annuale: tra gli altri, ad esempio, è rimasto a 39 euro quello ordinario mensile e a 330 euro quello ordinario annuale.

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