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27. 04. 2024 04:12

Tempio del Futuro Perduto, dopo cinque anni di occupazione il centro culturale ora è legalizzato

Vinto il bando del Comune di Milano per l’assegnazione dei medesimi spazi

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Il Tempio del Futuro Perduto ora è perfettamente legalizzato. Dopo cinque anni infatti di occupazione e rigenerazione autofinanziata di aree abbandonate all’interno di Fabbrica del Vapore, le associazioni che hanno dato vita al centro culturale in via Luigi Nono hanno vinto il bando del Comune di Milano per l’assegnazione dei medesimi spazi. Ora potranno quindi realizzare progetti e attività culturali nell’ambito delle arti visive, performative, audiovisivo-multimediali e di produzione digitale, musicali, di promozione e diffusione della cultura.

Tempio del Futuro Perduto, storia

La legalizzazione era richiesta da tempo dal collettivo di giovani artisti che da anni svolge attività culturali e solidali dal forte impatto sociale e passato dall’assoluzione, nel febbraio 2022, dell’occupante Tommaso Dapri per i reati contestati dallo stesso Comune di invasione di terreni di proprietà pubblica e contravvenzione di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento.

Tempio del Futuro Perduto
Tempio del Futuro Perduto

Tempio del Futuro Perduto, dichiarazioni

«E’ un avvenimento importantissimo di cui siamo particolarmente felici – spiega Tommaso Dapri – perché, anche se con modalità diverse da quelle che abbiamo sempre proposto e caldeggiato, si è aperto finalmente un canale di collaborazione con le istituzioni e, cosa più importante, un canale di comunicazione diretto tra queste ultime e le nuove generazioni milanesi. Un avvenimento che riconosce, sulla falsa riga del modello berlinese, l’esistenza di centri socio-culturali ibridi gestiti realmente da giovani senza finanziamenti o sponsorizzazioni in spazi abbandonati e riqualificati autonomamente».

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Che cos’è il Tempio del Futuro Perduto

Il Tempio del Futuro Perduto è un centro culturale multidisciplinare indipendente nato nel 2018 dal bisogno di un gruppo di giovani artisti under 35 di vivere spazi sicuri con politiche inclusive all’avanguardia, dando vita ad attività solidali, creative, artistiche ed ecosostenibili.

In cinque anni sono stati rigenerati, ristrutturati e sorvegliati 900 mq di spazi abbandonati, puliti e resi pubblici 1000 mq di giardino e sono state messe a disposizione della cittadinanza diverse attività, tra cui: performance internazionali e mostre artistiche, workshop di arti performative, corsi di formazione e processi di inserimento nel mondo del lavoro per rifugiati ed ex detenuti, uno sportello professionale di supporto psicologico specializzato in problematiche del mondo giovanile, conferenze sull’educazione sessuale e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, studi di design e stampa 3d, studi di produzione musicale, mercati dell’artigianato etico, dell’usato e del baratto, un negozio di vinili e un progetto di book sharing imponente che ha visto transitare oltre 180.000 libri.

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