Scuole milanesi, Galimberti: «Una su tre è vecchia, ma nessuna da chiudere»

scuole milanesi
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Prima di essere nominata assessore all’Educazione e Istruzione nel marzo dello scorso anno è stata coordinatore della Struttura per l’attuazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica istituita dal governo Renzi. Forte di questo background tecnico Laura Galimberti illustra a Mi-Tomorrow lo stato di salute delle scuole milanesi e le cure per migliorarle.

 

Su 570 scuole cittadine quante si possono considerare obsolete?
«Circa il 30 per cento».

E’ molto.
«Bisogna vedere come si considera questa cifra, che è inferiore alla media nazionale».

Dove è più urgente intervenire?
«Ci sono i prefabbricati che risalgono agli anni ’60-70 che necessitano di interventi antisfondello, sulle coperture, sull’amianto».

Com’è la situazione delle bonifiche?
«Ci stiamo lavorando, abbiamo fatto una campagna di bonifica e i problemi sono quasi risolti: al momento non ci sono situazioni allarmanti».

Non pochi edifici sono stati costruiti agli inizi del’900, quali attenzioni richiedono?
«Le scuole più antiche richiedono controlli per certificare la sicurezza, per assicurare i certificati di prevenzione antincendi, l’efficientamento energetico, la rimozione delle barriere architettoniche».

C’è qualche scuola che andrebbe chiusa?
«No, se si esclude qualcuna che ha avuto dei problemi per le forti precipitazioni di lunedì e che è stata chiusa in via momentanea».

Dal punto di vista finanziario come state affrontando la manutenzione dell’edilizia scolastica?
«Abbiamo stanziato 170 milioni di cui circa 100 sono assorbiti dalle 4-5 nuove scuole che abbiamo in programma. I restanti sono dedicati agli interventi più puntuali».

Ne servirebbero di più?
«Certo, sarebbe bello averli. Noi daremmo continuità agli investimenti e i finanziamenti seguirebbero la programmazione».

Oltre alle risorse cosa servirebbe per accelerare l’ammodernamento?
«Soffriamo un problema di responsabilità delle imprese, capita che abbandonino i lavori lasciandoci in forte difficoltà».


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