Abbiamo trascorso 73 minuti al telefono per parlare con Alitalia: il racconto

73 minuti per parlare con Alitalia: il racconto
73 minuti per parlare con Alitalia: il racconto

Provare per credere. Oltre 73 minuti di attesa per parlare con il call center Alitalia 89.20.10.

Obiettivo: ottenere informazioni sulla procedura di rimborso per un volo cancellato a marzo a causa dell’emergenza Covid. In realtà quella di venerdì scorso è stata la quarta chiamata in quasi quattro mesi per comprendere cosa ne sarebbe stato di 470,00 euro di biglietti aerei acquistati. Se nelle prime due telefonate mi venne garantito un accredito della somma spesa su carta di credito entro 3-4 mesi, la terza chiamata ho voluto farla per capire se fosse cambiato qualcosa, vista che l’opzione del rimborso è sparita da qualche tempo dal sito Alitalia.

Alla fine ho dovuto optare per il voucher, che – va precisato – non è unico intestato a chi ha comprato i biglietti, ad esempio, di una famiglia. Ogni passeggero riceve un voucher proporzionato della durata di un anno dall’emissione. E’ solo l’ultimo disservizio di una compagnia aerea contro la quale l’Antitrust ha avviato un procedimento per la vendita di biglietti che sono stati in seguito cancellati a causa del Covid-19, pur trattandosi di servizi da svolgere in un periodo nel quale non sarebbero stati vigenti i limiti di circolazione stabiliti dai provvedimenti governativi.

Secondo l’Antitrust, Alitalia (ma anche Volotea) non fornisce un’adeguata informazione ai consumatori quanto ai diritti spettanti in caso di cancellazioni. E non a caso alle compagnie è stato contestato di aver predisposto un servizio di assistenza carente sui tempi di attesa e e sui canali di comunicazione messi a disposizione dei passeggeri. Tutto torna, insomma.

73 minuti per parlare con Alitalia: il racconto
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