È vero che ci sono problemi ben maggiori, per carità: il caro affitti, la questione della sicurezza, la sensazione che Milano stia sempre più diventando una città “esclusiva” (alla faccia della tanto sbandierata “inclusion”). E potremmo andare avanti. Quindi a parlare di temi più “piccoli” si rischia di apparire banali. Ma a volte è pur necessario.
Cani e deiezioni: chi se ne occupa?
Molti genitori che accompagnano figli a scuola, per esempio, sanno benissimo come la questione delle deiezioni canine sia molto più estesa di quanto si possa pensare. Vie spesso sporche, in cui fare slalom con i passeggini tra i ricordi degli amici a quattro zampe (oltre alla maleducazione dei proprietari una domanda: chi deve gestire la pulizia dei marciapiedi davanti alle scuole?). Oppure, nei parchi, nonostante ci siano aree dedicate, vedere scorrazzare i cani negli spazi dedicati ai bambini. Oppure ancora, è assai frequente vedersi magari il muso di un cane appoggiarsi alla propria gamba quando si è seduti in un locale.
Pare quasi che non sia ammesso in città, se non proprio avere paura, non amare particolarmente pitbull, pastori di qualche cosa o anche semplici barboncini. E, a essere sinceri, pare quasi di vivere in un totalitarismo a quattro zampe: far notare a un proprietario che al proprio figlio, per esempio, non fa piacere giocare con un cane intorno perché ne ha paura viene visto come la negazione di un dogma della fede.
Si può non amare i cani?
E non parliamo poi di chi si azzarda a ricordare ad alcuni che il loro cane necessita di una museruola. “Ma non fa niente, ama i bambini” ci si sente dire con una punta di commiserazione e anche di mal sopportazione. Non amare i cani può succedere oppure è spregevole?
