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08. 05. 2024 04:12

La fine delle periferie?

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Tra gli effetti della pandemia c’è sicuramente, per quanto riguarda le grandi città come Milano, un’inversione dei ruoli tra centri e periferie.

Stiamo notando come una misura in sé semplice, come l’autorizzazione ai dehors per i locali pubblici, abbia rivitalizzato spontaneamente molte zone della città non abitualmente “vive” e frequentate. L’idea di periferia era sbagliata anche prima, concettualmente, perché si basa su schemi più basati su una narrazione che sul nostro vissuto.

Il centro è il luogo in cui ognuno di noi vive e attorno a cui gravita, la periferia è ciò che ci è distante fisicamente e mentalmente. Dove abitiamo, dove prendiamo il caffè, dove usciamo a passeggiare: quello è il nostro centro. Per questo, bisogna stare molto attenti a protestare contro il bar sotto casa, o il ristorante, o il locale, perché magari fa qualche rumore la sera, a cui non siamo abituati: lamentarci significa aver introiettato dentro di noi il fatto di essere in periferia, in quei non luoghi bui, silenziosi, senza segni di vita.

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Ciò non significa ovviamente “liberi tutti”, il far west, la licenza di disturbare il prossimo. Significa salvaguardare un principio, positivo, che si sta facendo strada: la città dei “15 minuti”, il quartiere che diventa il nostro centro, dove possiamo trovare tutto. Questo, ovviamente, comporterà un ulteriore sforzo nel costruire nuove forme di convivenza a cui magari non eravamo abituati, così come vale per i nuovi mezzi di locomozione e la nuova mobilità cittadina.

Bisogna avere pazienza, capacità di dialogo, ma essere convinti un po’ di più che le periferie esistono solo se noi per primi ci crediamo.

dehors periferie
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